L’ala ucraina di un’organizzazione terroristica neonazista internazionale, già messa al bando in diversi Paesi e sospettata di legami con la Russia, ha rivendicato l’assassinio di un ufficiale dell’intelligence a Kyiv.
Alla fine della scorsa settimana, un uomo mascherato ha sparato e ucciso il colonnello Ivan Voronych del Servizio di Sicurezza ucraino (SBU) mentre camminava in un parcheggio della capitale in pieno giorno. Le immagini scioccanti dell’attentato, diffuse dai media ucraini, hanno suscitato clamore tra i residenti della città.
Da mesi, il gruppo neonazista The Base — nato negli Stati Uniti e con cellule attive in tutto il mondo — sta offrendo denaro a simpatizzanti e potenziali esecutori per compiere omicidi mirati e sabotaggi alle infrastrutture critiche ucraine. Questo coincide con le accuse secondo cui il fondatore americano del gruppo, Rinaldo Nazzaro, sarebbe una spia del Cremlino. Le autorità ucraine hanno lanciato negli ultimi tempi diversi allarmi su operazioni di intelligence russa che recluterebbero inconsapevoli cittadini per compiere atti di sabotaggio all’interno del Paese.
In un messaggio pubblicato su un canale Telegram riconducibile alla presunta cellula ucraina del gruppo, si legge: “L’uccisione del colonnello del SBU non è la fine, ma solo l’inizio. Continueremo la nostra lotta finché non prevarrà la giustizia”. Nello stesso post, tradotto dall’ucraino, si afferma che i membri del gruppo sono “orgogliosi dei nostri compagni” che hanno compiuto l’attacco, aggiungendo di non curarsi se l’opinione pubblica li considera “terroristi ed estremisti”. In un altro messaggio indirizzato ai propri seguaci, il gruppo minaccia altri personaggi pubblici ucraini, promettendo: “La caccia continua!”
Fonti nel campo dell’antiterrorismo, che hanno analizzato i post, li ritengono credibili e indicativi di un’escalation: il gruppo sta ora sostenendo — o forse commissionando attivamente — omicidi traditori in Ucraina.
Domenica, l’SBU ha annunciato di aver ucciso i due sospetti assassini, che, secondo l’intelligence ucraina, sarebbero stati armati e incaricati da servizi speciali russi. Altri media ucraini riferiscono che i killer sarebbero cittadini stranieri legati a gruppi criminali, appoggiati a distanza dall’intelligence di Mosca.
Sebbene The Base sia nato come gruppo estremista negli Stati Uniti, fino a poco tempo fa non aveva mai mostrato apertamente sostegno agli obiettivi geopolitici del governo russo. Ma questo sembra essere cambiato di recente.
Lo scorso aprile, il gruppo ha annunciato l’inizio di una presunta insurrezione per creare uno “stato etnico bianco” nella regione ucraina della Transcarpazia. Da allora, ha diffuso video di attacchi incendiari contro veicoli militari e della polizia, quadri elettrici e altre infrastrutture, tutti localizzati all’interno dell’Ucraina.
Contattato via Telegram, Nazzaro — ex collaboratore del Pentagono con esperienza nelle forze speciali USA — ha negato ogni coinvolgimento diretto: “Non ho alcun ruolo personale in questo episodio e non so chi sia responsabile”, ha scritto. In passato, però, aveva pubblicamente sostenuto le operazioni del gruppo in Ucraina, specificando che erano coordinate da membri locali al di fuori del suo controllo.
Secondo Steven Rai, analista dell’Institute for Strategic Dialogue (ISD) che monitora da vicino l’attività online del gruppo, “The Base è molto attiva in Ucraina da marzo e ha condotto almeno dieci attacchi incendiari contro infrastrutture e edifici. Ha minacciato ripetutamente azioni terroristiche, tra cui sabotaggi e omicidi di funzionari pubblici”.
Rai aggiunge: “Non possiamo confermare con certezza che siano responsabili dell’assassinio del funzionario del SBU, ma questo tipo di azione è perfettamente in linea con le loro minacce, e dimostra quanto sia grave il pericolo che rappresentano.”
Nel 2018, The Base è stata al centro di un’intensa indagine antiterrorismo dell’FBI che ha portato a decine di arresti e al riconoscimento ufficiale dell’organizzazione come gruppo terroristico da parte di diversi governi. Negli ultimi tempi, il gruppo ha intensificato il reclutamento in Europa e sta espandendo la propria rete anche negli Stati Uniti, approfittando del fatto che l’amministrazione Trump ha ridotto le risorse dell’FBI dedicate al contrasto del terrorismo interno.
Nazzaro vive a San Pietroburgo con la moglie russa e la famiglia, e da anni nega qualunque legame con i servizi segreti russi, arrivando a dichiarare in un’intervista su un canale televisivo controllato dal Cremlino: “Non ho mai avuto contatti con alcun servizio di sicurezza russo”.
Tuttavia, secondo diverse analisi forensi digitali e documentazioni pubbliche, le attività online del gruppo fanno largo uso di infrastrutture russe, tra cui un indirizzo e-mail su Mail.ru, servizio legato a un alleato di Putin. Nazzaro non è mai stato formalmente incriminato negli Stati Uniti, ma è stato oggetto di indagini da parte dell’FBI e definito una “questione di competenza del Dipartimento di Giustizia” da un funzionario americano.