Il 90% delle indagini dell’esercito israeliano sui crimini di guerra si conclude senza colpevoli
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Il 90% delle indagini dell’esercito israeliano sui crimini di guerra si conclude senza colpevoli

Secondo Action on Armed Violence (A quasi nove indagini militari israeliane su dieci riguardanti presunti crimini di guerra o abusi da parte dei soldati, avviate dall'inizio della guerra a Gaza, sono state chiuse senza individuare responsabilità

Il 90% delle indagini dell’esercito israeliano sui crimini di guerra si conclude senza colpevoli
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3 Agosto 2025 - 10.35


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Secondo il monitor di conflitto Action on Armed Violence (AOAV), quasi nove indagini militari israeliane su dieci riguardanti presunti crimini di guerra o abusi da parte dei soldati, avviate dall’inizio della guerra a Gaza, sono state chiuse senza individuare responsabilità o sono rimaste senza esito.

Tra le inchieste ancora aperte figura l’uccisione di almeno 112 palestinesi in fila per la farina a Gaza City nel febbraio 2024, e un attacco aereo che ha provocato la morte di 45 persone in un campo tendato a Rafah nel maggio 2024. Rimane inoltre irrisolta l’indagine sulla morte di 31 palestinesi diretti a un punto di distribuzione alimentare a Rafah, il 1° giugno. Secondo testimoni, furono uccisi dal fuoco dell’esercito israeliano. L’IDF inizialmente ha definito “false” le notizie sull’episodio, ma ha poi dichiarato al Guardian che l’incidente è “ancora in fase di revisione”.

I ricercatori di AOAV, Iain Overton e Lucas Tsantzouris, sostengono che i dati indichino un tentativo da parte di Israele di creare un “modello di impunità”, evitando di concludere le indagini o non riscontrando colpevolezza nella stragrande maggioranza dei casi, anche quelli più gravi o pubblicamente esposti.

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L’IDF ha dichiarato che conduce indagini e accertamenti in linea con le leggi israeliane e internazionali in caso di “episodi eccezionali” durante le operazioni. Tali indagini sono svolte attraverso il dipartimento della polizia militare e un apposito team dello Stato maggiore, il Fact-Finding Assessment (FFA).

Secondo AOAV, tra ottobre 2023 e fine giugno 2025 sono stati registrati 52 casi, riportati dai media in lingua inglese, in cui l’esercito israeliano ha affermato di aver avviato o di voler avviare un’indagine dopo accuse di danni ai civili o condotte illegittime da parte delle sue forze a Gaza o in Cisgiordania. Tali casi coinvolgono la morte di 1.303 palestinesi e il ferimento di altri 1.880.

Solo un’indagine ha portato a una condanna: un riservista israeliano è stato condannato a sette mesi di carcere nel febbraio 2025 per abusi aggravati su detenuti palestinesi nel centro di detenzione di Sde Teiman, dove colpiva i prigionieri legati e bendati con pugni, manganelli e fucile d’assalto.

In cinque altri casi sono state riscontrate violazioni. In uno di questi, un colonnello e un maggiore dell’IDF sono stati destituiti nell’aprile 2024, e tre comandanti sono stati sanzionati dopo che un raid aereo aveva causato la morte di sette operatori umanitari della World Central Kitchen. L’IDF ha definito l’episodio “un grave errore dovuto a un’identificazione sbagliata”, mentre l’organizzazione ha contestato la credibilità dell’indagine, giudicandola troppo rapida.

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AOAV afferma che dei 52 casi totali, 46 – pari all’88% – non hanno portato a responsabilità: sette sono stati chiusi senza riscontrare colpe, mentre altri 39 restano aperti o senza esito ufficiale. Tra questi ultimi, vi sono quattro episodi mortali avvenuti nel mese precedente nei pressi di punti di distribuzione alimentare a Gaza.

Secondo l’IDF, ogni segnalazione o accusa di condotta scorretta da parte dei propri militari viene sottoposta a una verifica preliminare. In base alla gravità degli elementi, può essere avviata un’indagine penale da parte della polizia militare oppure un accertamento iniziale affidato al meccanismo FFA per valutare l’esistenza di sospetti ragionevoli di reato.

Gruppi per i diritti umani come Yesh Din criticano il sistema, affermando che le indagini FFA possono durare anni e hanno portato a una sola condanna su 664 inchieste relative a precedenti operazioni militari israeliane a Gaza (2014, 2018–19 e 2021).

Nel solo agosto 2024, l’IDF ha dichiarato che il FFA aveva raccolto informazioni su “centinaia di episodi” legati alla guerra a Gaza e che l’ufficio del procuratore militare aveva avviato 74 indagini penali: 52 riguardanti morti o maltrattamenti di detenuti, 13 per furto di munizioni, tre per distruzione non giustificata di beni civili e sei per uso illegale della forza.

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Le statistiche ufficiali dell’IDF differiscono da quelle raccolte da AOAV per via dei diversi metodi: AOAV ha monitorato tutti i casi in cui è stato annunciato o documentato un procedimento d’indagine, comprendendo anche episodi avvenuti in Cisgiordania. L’IDF, dal canto suo, ha affermato che “decine di inchieste della polizia militare sono state avviate” e che “la maggior parte è ancora in corso”, mentre il FFA ha completato l’esame in diversi casi, trasmessi al procuratore militare per eventuali azioni penali.

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