Giornata mondiale dell’Acqua: nel mondo un miliardo di persone soffrono la sete

Il 2017 è dedicato alle acque reflue. Obiettivi: riciclare, ridurre la sete, proteggere la risorsa più importante del Pianeta

Giornata mondiale dell'Acqua
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22 Marzo 2017 - 11.43


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Nel mondo 923 milioni di persone non hanno accesso a fonti di acqua potabile sicura: 319 milioni di abitanti dell’Africa Sub-Sahariana (il 32% della popolazione), 554 milioni di asiatici (il 12,5% della popolazione), e 50 milioni di sudamericani (l’8% della popolazione). Lo rivela il Consiglio Mondiale dell’Acqua (World Water Council – Wwc), in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua. Anche per queste ragioni le nazioni Unite hanno promosso il 22 marzo di ogni anno, come la Giornata Mondiale dell’acqua, la più importante risorsa del pianeta. Quella che ci dà la vita.

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E l’edizione del 2017 è dedicata alle acque reflue, quelle cioè che vengono contaminate da attività domestiche, agricole e industriale. Obiettivo il riciclo. Si perché uno degli obiettivi sostenibili dell’Onu è quello di “migliorare entro il 2030 la qualità dell’acqua eliminando le discariche, riducendo l’inquinamento e il rilascio di prodotti chimici e scorie pericolose, dimezzando la quantità di acque reflue non trattate e aumentando considerevolmente il riciclaggio e il reimpiego sicuro a livello globale”.

L’Onu vuole portare all’attenzione mondiale la necessità di non sprecare le risorse che abbiamo, di riutilizzarle. Acqua in primis: recuperare l’acqua usata per soddisfare la domanda e ridurre la sete.

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Secondo dati ue in Europa ogni anno vengono trattati e depurati più di 40 miliardi di metri cubi di acque reflue, ma solo 964 milioni di metri cubi vengono poi riusati. I restanti 39 finiscono dritti in fiumi e mari. E quindi dispersi. Proprio mentre nel sud del mondo milioni di persone percorrono chilometri per raggiungere fonti e sorgenti, alla ricerca di acqua non contaminata.

Anche il Papa in udienza generale, ha richiamato la necessità “dell’impegno congiunto di varie istituzioni per sensibilizzare alla necessità di tutela l’acqua come bene di tutti, valorizzando anche i suoi significati culturali e religiosi. Incoraggio in particolare – ha detto rivolto ai partecipanti a un convegno internazionale sull’acqua – il vostro sforzo nel campo educativo, con proposte rivolte ai bambini e ai giovani. Grazie per quanto fate, che Dio vi benedica”. Ha apprezzato anche la protezione delle foreste.

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Secondo il rapporto pubblicato dall’Onu, “le acque reflue, una volta trattate, potrebbero dimostrarsi di enorme valore, in grado di soddisfare la crescente domanda di acqua dolce e di altre materie prime” a fronte di limitate risorse idriche e di un ecosistema fragile. Le acque reflue sono “una preoccupazione sanitaria e ambientale”, perché “una percentuale consistente viene tuttora immessa nell’ambiente senza alcun progetto di raccolta o di trattamento” soprattutto nei paesi a basso reddito, che in media trattano appena l’8% dei reflui domestici e industriali, rispetto al 70% dei paesi ad alto reddito”. 

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