Le notizie sulla pandemia veicolano ormai come le zigzaganti Smart sul GRA nei giorni da bollino rosso. Gli scienziati, quasi sempre virologi o epidemiologi, componenti quasi sempre di organismi mondiali o semimondiali che si occupano di sanità, hanno preso dimestichezza con l’apparire ogni sera in tv (da casa) per affermare e smentire tutto ciò che era già stato affermato e smentito la sera prima, tanto da fare sorgere il sospetto, a noi telespettatori inesperti di pandemie, cataclismi e apocalissi, che quei collegamenti via Skype siano repliche di collegamenti via Skype, come le puntate de L’Eredità.
Mascherine, Tamponi, Fase1 e Fase2 gli argomenti dei quali si parla tanto per dire tutto sulla pandemia. Chiamo a testimoniare il mio telecomando: da 1 a 7 non c’è storia, ed è inutile sconfinare nelle tv locali, perché anche loro hanno imparato tanto in questo periodo e ti fregano lo stesso: Mascherine, Tamponi, Fase1 e Fase2, nello stesso ordine delle Tv che contano. La liturgia penitenziale della conferenza stampa delle 18 del povero Borrelli (gran brav’uomo, che vediamo invecchiare ogni giorno in diretta, come Jim Carrey in The Truman Show) è ormai passata di moda e risulta quasi insopportabile. Ha perso parecchi punti di share e, ammettiamolo, l’abbiamo sempre seguita guardando la simpaticissima interprete Susanna, cercando di imparare la lingua dei segni. Occorre trovare al più presto qualcosa di nuovo per rivitalizzarla, questa benedetta conferenza stampa, magari con un’impennata del numero dei decessi o con la sorpresa dell’azzeramento dei contagi. Spero che ci avvertano in tempo quando sarà il momento, con una solenne interruzione dei programmi e l’edizione straordinaria del Telegiornale, come si faceva una volta. Servirebbe anche un ricambio dei protagonisti, come nelle serie TV di Netflix in cui dopo sei stagioni ti sei dimenticato dei personaggi apparsi nelle prime due stagioni. Burioni, Brusaferro, Guerra – Rezza, Locatelli, Capua – Ippolito, Zangrillo, Borrelli, Gallera, Galli, la formazione conosciuta a memoria come la Nazionale italiana ai mondiali del 1982. Sono loro che quando scendono in campo, ma anche durante il riscaldamento, ci dicono, da diverse settimane, che siamo in attesa della prossima settimana, quella in cui ci sarà il picco. Dopo tante settimane trascorse in attesa che arrivasse la prossima settimana, pare finalmente che la prossima settimana sia prevista per la settimana prossima. Ma, tenetevi forte, forse il picco non ci sarà, perché forse abbiamo scollinato, scoprendo, con una punta di sconforto, di trovarci su un plateau (platò), dove forse devi ancora pedalare in attesa della discesa. E quindi addio campionato e Coppa Italia.
Approfittando del lockdown, nel frattempo, i bambini stanno preparando altri cartelloni da esporre sui balconi, con l’arcobaleno tutto colorato e la scritta “POTEVA ANDARE TUTTO BENE”.
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