Il Covid aumenta le insicurezze degli italiani: oltre 6 milioni "hanno paura di tutto"

Il rapporto Censis evidenzia come siano le donne a essere "panofobiche": nel periodo della pandemia aumenta del 71% la violenza domestica

Panofobia
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21 Aprile 2021 - 08.41


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Tra le tante brutte conseguenze che la pandemia ha causato c’è sicuramente l’aspetto psicologico che risulta essere stato deteriorato da mesi di chiusure.

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Cresce infatti  la quota di italiani “panofobici”, quelli che hanno “paura di tutto”.

Secondo l’ultimo “Rapporto sulla filiera della sicurezza in Italia” di Censis e Federsicurezza, sono oltre 6 milioni. In casa o fuori, “vivono costantemente in stato d’ansia”.

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Tra di loro prevalgono le donne: sono quasi 5 milioni, il 17,9% della popolazione femminile complessiva. Ma sono presenti anche tra i giovani: 1,7 milioni, pari al 16,3% degli under 35.

In crescita la violenza domestica – Da marzo a ottobre 2020, nei mesi del lockdown e delle restrizioni anti Covid, molte donne chiuse in casa sono state maggiormente esposte alla violenza di partner e conviventi: le richieste di aiuto al numero antiviolenza e stalking 1522 sono state 23.071, il 71,9% in più rispetto alle 13.424 dello stesso periodo di un anno prima.

 Le donne che hanno paura mettono in atto comportamenti che ne condizionano fortemente la qualità della vita: il 75,8% ha paura di camminare per strada e di prendere i mezzi pubblici di sera, l’83,8% ha paura di frequentare luoghi affollati, l’88,5% ha paura di incontrare persone sconosciute sui social network, il 76,3% ha paura di condividere immagini sul web, il 22,5% ha paura di stare a casa da sola di notte.

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Cala il numero dei reati: l’anno scorso nel nostro Paese – complice la pandemia – sono stati denunciati complessivamente 1.866.857 reati, il 18,9% in meno rispetto all’anno precedente: gli omicidi sono diminuiti del 16,4%, le rapine del 18,2%, i furti del 33%, i furti in appartamento del 34,4%.

Nonostante ciò, per due terzi degli italiani (il 66,6% del campione) la paura di rimanere vittima di un reato non è diminuita e per il 28,6% è addirittura aumentata.

In particolare, il 75,4% degli italiani dichiara di non sentirsi sicuro quando frequenta luoghi affollati (la percentuale scende del 67% tra i più giovani) mentre il 59,3% ha paura di camminare per strada e di prendere i mezzi pubblici dopo le 8 di sera (la percentuale resta al 59,8% anche tra i piu’ giovani).

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“Si tratta di sentimenti fortemente condizionati dalla paura del contagio”, spiegano gli autori del Rapporto. 

“La sfera sanitaria peserà sempre di più nelle nostre vite: quando le restrizioni saranno allentate, le piazze dovranno poter tornare a riempirsi in tranquillità”.

L’83,4% degli intervistati è convinto che si debbano applicare pene più severe per chi provoca risse e pratica atti di violenza fuori dai locali pubblici e nei luoghi della movida. Il 50,5% degli italiani esprime fiducia nelle guardie giurate e negli operatori della sicurezza privata ma il 55,7% è convinto che il settore avrebbe bisogno di un maggiore riconoscimento sociale.

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Il 62,8% e’ convinto che ci sia una scarsa consapevolezza da parte della popolazione in merito a quello che gli operatori della sicurezza privata fanno: la loro attività è spesso misconosciuta. 

Aumentano i crimini informatici – E’ boom di reati informatici nell’anno della pandemia: nel 2020 sono state commesse 241.673 truffe e frodi informatiche, il 13,9% in più rispetto all’anno precedente (nel 2010 erano state solo 96.442). 

I rischi connessi all’utilizzo della rete “frenano la modernizzazione”, spiegano gli autori del Rapporto: un italiano su tre (il 31,3% del totale) non si sente sicuro quando fa operazioni bancarie online.

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Uno su quattro (il 24,9%) ha paura di utilizzare i sistemi di pagamento elettronici per fare acquisti in rete.

E le percentuali salgono nettamente tra le persone piu’ avanti con gli anni e tra quelle con bassi livelli di istruzione. 

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