Matrimoni forzati: è necessaria l’approvazione della “legge Saman”

Il disegno di legge, approvato alla Camera ad aprile, prevede il rilascio del permesso di soggiorno in Italia per le vittime di matrimoni forzati. In attesa la votazione in Senato

Matrimoni forzati: è necessaria l’approvazione della “legge Saman”
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3 Giugno 2022 - 13.52 Culture


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di Vittoria Maggini

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In Parlamento continuano le discussioni in merito all’approvazione della “Legge Saman”, che include il matrimonio forzato nell’elenco dei reati che prevedono il rilascio del permesso di soggiorno alle vittime di violenza domestica, e per cui ad aprile la Camera ha dato la sua approvazione, con 385 voti a favore 31 astenuti. Promotrice e prima firmataria del disegno di legge la deputata Stefania Ascari del M5S.

Chi “storce il naso” riguardo la necessità di tale legge afferma che siano già presenti leggi in merito nella normativa italiana, cioè l’articolo 18-bis del testo unico sull’immigrazione e il “Codice Rosso” per la tutela delle vittime di violenza domestica e di genere, che comporta, tra le altre cose, la reclusione fino a 5 anni “il delitto di costrizione o induzione al matrimonio […] Se la costrizione riguarda persone di età inferiore ai 18 anni la pena aumenta fino a 14 anni di carcere; e ancora,  se la vittima è un minore di 14 anni, la condanna sarà raddoppiata”.

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Testo e nome del disegno di legge sono ispirati alla tragica vicenda di Saman Addas, una giovane di origine pakistana, si era opposta al matrimonio combinato dalla famiglia con un cugino in Pakistan e aveva deciso di non indossare più il velo islamico: questo è bastato per scatenare una serie di maltrattamenti nei confronti della ragazza, che si è rivolta ai servizi sociali e successivamente è stata accolta in una casa-famiglia.  Nell’aprile 2021 Saman è dovuta tornare nella casa paterna a prendere i documenti, ma non ha più fatto ritorno, né il suo corpo è mai stato trovato. È stata la testimonianza del fratello minore a confermare che l’esecuzione è stata decisa dalla famiglia per il rifiuto della ragazza al matrimonio combinato. 

Ma Saman è solo la punta di un enorme iceberg di culture ancora estremamente patriarcali come quella pachistana, in cui le donne sono vittime di delitti d’onore se rifiutano i matrimoni combinati dalle famiglie. I dati riportati nel 2020 dall’UNFPA (Agenzia delle Nazioni Unite per la salute sessuale e riproduttiva) mostrano che ogni giorno si verificano circa 33.000 ogni giorno matrimoni di minori, in ogni parte del mondo e nonostante siano vietati quasi ovunque.

Il dibattito politico italiano ha trovato comunque il modo di alimentare la discussione, anche se da discutere c’è veramente poco. Qualcuno dubita l’efficacia di questo disegno di legge, e ha proposto invece l’allontanamento immediato dall’Italia di coloro che si macchiano di questo crimine, un provvedimento non del tutto insensato, ma che non ha ragione di esistere se prima non vi è una legge che tutela la vittima, che deve avere la priorità, sempre.

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E noi privilegiate, che non dobbiamo vivere nella paura di dire “no” ad un matrimonio forzato e affrontarne le conseguenze, abbiamo il dovere di sostenere chi questo diritto non ce l’ha e proteggere le donne che scappano dalla loro stessa casa. 

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