È ormai cosa nota il fatto che il trapianto di capelli sia divenuto un intervento di chirurgia estetica di routine: grazie al perfezionamento di tecniche sempre più efficaci, infatti, le odierne possibilità di ottenere un risultato soddisfacente sono elevatissime, a condizione, ovviamente, che ci si affidi a dei professionisti esperti.
Oggi, quando si parla di trapianto di capelli, si fa prettamente riferimento al cosiddetto autotrapianto, ovvero appunto un trapianto in cui le aree d’interesse sono infoltite con capelli prelevati dall’organismo del medesimo paziente, dalle zone della testa geneticamente non esposte a caduta.
Autotrapianto: tecnica chirurgica eccezionale dai risultati estetici non immediati
L’autotrapianto sa offrire dei vantaggi enormi sia in termini tecnici che di qualità del risultato estetico; non stupisce, dunque, il fatto che esso abbia pressoché monopolizzato le soluzioni contro la calvizie.
Per chi ha l’obiettivo di recuperare una capigliatura folta e bella, dunque, questa può senz’altro essere un’opportunità da considerare, bisogna tuttavia precisare che il risultato definitivo non è immediato.
Sono davvero tantissime, infatti, le persone che dopo essersi sottoposte ad un trapianto si ritrovano, nei mesi successivi all’operazione, a dubitare della qualità di quanto eseguito, o perfino a temere che si stia verificando un autentico disastro.
Come vedremo nel dettaglio a breve, la ricrescita dei capelli è graduale e sono previste anche delle fasi di caduta copiosa, in cui si potrebbe credere, appunto, che l’operazione sia totalmente fallita, ma in realtà non c’è motivo di allarmarsi, se ci si è affidati a dei professionisti.
Come si può notare leggendo un approfondimento sul sito Internet ufficiale del primo centro tricologico italiano, Tricomedit Group, la ricrescita capelli dopo trapianto prevede una serie di step, che andiamo subito a scoprire.
Gli step da prevedere prima di raggiungere il risultato definitivo
Nei giorni immediatamente successivi all’intervento compaiono sulla testa arrossamenti, gonfiori localizzati o piccole croste: queste manifestazioni sono dovute allo stress a cui è stato sottoposto il cuoio capelluto e sono da considerarsi un segnale positivo, indice del fatto che i follicoli trapiantati si stanno stabilizzando.
È particolarmente importante, in questa fase, seguire pedissequamente tutte le indicazioni fornite dal medico: in caso contrario, infatti, si corre il rischio di compromettere il risultato finale.
Anche dopo una settimana è necessario attenersi con scrupolosità a tutte le accortezze previste, ma già in questa fase si notano dei miglioramenti, con la caduta di alcune croste e il placarsi degli arrossamenti; anche il lavaggio dei capelli diviene più simile a quello canonico.
Dopo circa tre settimane, sia avvia la fase che più di tutte, di norma, tende ad allarmare i pazienti: si verifica infatti una caduta copiosa dei capelli trapiantati.
Sebbene l’effetto visivo sia molto impattante, non c’è nulla di cui preoccuparsi: questo step, chiamato in gergo “shock loss”, segna il passaggio dei follicoli alla fase di riposo, e anch’esso rappresenta un segnale positivo, indice del fatto che i bulbi hanno regolarmente attecchito e tutto sta procedendo in maniera ottimale.
Dal primo al terzo mese si inizia a notare una prima ricrescita: i capelli “nuovi” si presentano piuttosto sottili, poco soddisfacenti sul piano estetico, ma ciò è assolutamente normale, così come è normale che in tale fase si notino piccole infiammazioni simili a dei brufoli, le quali altro non sono che una conferma del fatto che i bulbi si stiano “facendo strada” attraverso la pelle.
Nei mesi a seguire, i capelli oggetto di trapianto divengono sempre più numerosi e più spessi, rendendo così il risultato estetico sempre più apprezzabile.
A questo punto è spontaneo chiedersi: ma quanto bisogna attendere per raggiungere il risultato “finale”?
Le tempistiche esatte possono ovviamente variare in base alle peculiarità dei vari casi clinici, tuttavia un anno può essere considerato il lasso temporale indicativo al termine del quale il risultato può dirsi definitivo.
Affinché il risultato di un autotrapianto si stabilizzi, dunque, occorre un po’ di pazienza, ma ne vale assolutamente la pena!
La qualità estetica che è possibile raggiungere tramite questa procedura non ha eguali, senza trascurare gli aspetti psicologici, ovvero il fatto che un miglioramento ottenuto senza ricorrere ad alcun elemento esogeno consente al paziente di accettare il cambiamento in modo molto più positivo e con una maggiore autostima.