Guerra di Gaza, proteste davanti alle sedi Rai italiane: "Stop alla censura"
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Guerra di Gaza, proteste davanti alle sedi Rai italiane: "Stop alla censura"

Da Trieste a Palermo, passando per Torino, Verona, Perugia e Roma: alcune migliaia di persone hanno manifestato davanti alla sedi della Rai

Guerra di Gaza, proteste davanti alle sedi Rai italiane: "Stop alla censura"
Proteste davanti alle sedi Rai
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17 Febbraio 2024 - 19.49


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La brutta figura di Domenica In e il resto hanno suscitato un’ondata di indignazione. Da Trieste a Palermo, passando per Torino, Verona, Perugia e Roma: alcune migliaia di persone hanno manifestato davanti alla sedi della Rai, scandendo slogan contro la censura e lo «stop del genocidio» in Palestina. Sit in e cortei legati alle polemiche nate dal comunicato dell’amministratore delegato di viale Mazzini, Roberto Sergio, dopo le tensioni nate a Sanremo.

«Non in nostro nome. Rai Radio Televisione Israeliana», il manifesto srotolato a Roma nel corso della manifestazione a cui hanno preso parte studenti. Dal presidio poi si è staccato un corteo che ha raggiunto la sede di via Teulada, nel quartiere Prati. «Siamo in 5 mila», l’annuncio al megafono dei movimenti.

Stesse scene in altre città. Momenti di forte tensione a Verona per le due manifestazioni contemporanee organizzate in città dagli animalisti contro la caccia – in concomitanza con l’evento Eos previsto il fiera – e una seconda in favore della causa palestinese.

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Il corteo pro Palestina, un centinaio i presenti, partito come pacifico, si è animato una volta arrivato in via dell’Industria quando alcuni manifestanti, con bandiere e striscioni a favore di Gaza, hanno tentato di forzare il cordone di Polizia ed entrare in fiera dall’ingresso di Re Teodorico.

A Trieste in alcune decine si sono ritrovate sventolando bandiere e mostrando vari striscioni per chiedere lo «Stop al genocidio» e «Basta con i crimini impuniti di Israele». A Torino un corteo di due mila persone ha attraversato le strade del centro. Alla manifestazione hanno aderito varie sigle, tra cui le associazioni arabe, collettivi studenteschi, Cub e le mosche. L’appuntamento di è stato il primo dopo le tensioni scoppiate davanti alla sede torinese della Rai martedì. In piazza sono scesi anche i collettivi studenteschi, centri sociali, Si Cobas, Cub, associazione arabe e le moschee. Quando il corteo è arrivato in piazza Castello sono state bruciate le gigantografie della premier Giorgia Meloni e del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Altri manifestanti sono saliti sul monumento dedicato a Emanuele Filiberto Duca D’Aosta per sventolare le bandiere palestinesi.

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Un presidio di alcune di alcune decine di persone anche davanti alla sede dell’azienda pubblica a Pescara.

«Cessate il fuoco» e «stop alla censura» i cori urlati davanti alla sede Umbria della Rai, a Perugia. Una manifestazione che si è svolta pacificamente. In pizza anche rappresentati e bandiere dell’Udu, Cgil e Spi Cgil, Articolo 21, circoli Arci, Rete degli studenti, Omphalos e alcuni cittadini si sono così uniti anche all’appello dei lavoratori e lavoratrici della Rai che si sono dissociati «dalle parole dell’amministratore delegato Roberto Sergio». Contro di lui, ma anche contro il governo Meloni, durante il presidio sono stati mostrati alcuni cartelli. «Il tentativo di censura di chi richiede il cessate il fuoco e la pace e si esprime contro il genocidio a Gaza è un comportamento che riteniamo ingiustificabile e che alimenta e giustifica il clima di guerra» hanno detto i rappresentanti degli studenti universitari.

Iniziativa anche a Palermo. Alcuni dei partecipanti hanno esposto cartelli con scritte come `Italia colpevole Palestina libera´ e `Informazione di regime non vede e non sente niente´. Durante il sit-in una delegazione della Rete palermitana di solidarietà alla Palestina ha incontrato il caporedattore Rino Cascio, consegnandogli un documento sui contenuti della protesta.

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