Almasri, al Tg1 in scena la 'disinformazione per omissione': l'Ordine ha qualcosa da dire?
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Almasri, al Tg1 in scena la 'disinformazione per omissione': l'Ordine ha qualcosa da dire?

Il Tg1 dice che sul caso Almasri il tribunale dei ministri ha archiviato l'indagine su Piantedosi, Nordio e Mantovano. Ma non dice il motivo: perché è stata negata l'autorizzazione a procedere

Almasri, al Tg1 in scena la 'disinformazione per omissione': l'Ordine ha qualcosa da dire?
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Gianni Cipriani Modifica articolo

5 Novembre 2025 - 21.03


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La ‘scheda’ sul caso Almasri fatta dal Tg1 delle 20 del 5 novembre 2025 si è conclusa con l’affermazione secondo cui il Tribunale dei ministri ha “archiviato” le posizioni dei ministri Piantedosi e Nordio e del sottosegretario Mantovano. Punto. Detta così l’ignaro telespettatore è indotto a pensare che se la magistratura ha archiviato tutto allora il governo è innocente.

Peccato che il giornalista abbia omesso di spiegare il perché dell’archiviazione che non è nel merito. Anzi. Il tribunale dei ministri aveva chiesto l’autorizzazione a procedere per portare i tre a processo o comunque fare altri indagini ma la mancata autorizzazione da parte del parlamento (ossia la destra) ha fermato le indagini e costretto il tribunale ad archiviare. Costretto.

Disinformazione? Di fatto sì. Presentare l’archiviazione come fosse una “assoluzione” è un tipico esempio di disinformazione o meglio fallacia per omissione: si seleziona solo una parte dell’informazione, inducendo chi ascolta a una conclusione falsa o incompleta. Dal punto di vista della psicologia sociale e della comunicazione, si tratta anche di una manipolazione del framing: il contesto essenziale viene taciuto e la percezione pubblica viene orientata a favore dei soggetti protetti.

Si verifica inoltre una fallacia di causa apparente: l’effetto percepito (archiviazione) viene interpretato come prova di innocenza, mentre la causa reale è un atto politico esterno al potere giudiziario. È anche un esempio di semplificazione indebita, perché riduce un procedimento complesso, che coinvolge giudici e Parlamento, a un’informazione apparentemente chiara ma sostanzialmente ingannevole.

In termini pratici, il pubblico riceve un messaggio parziale che legittima l’azione del governo, occultando il ruolo determinante del Parlamento e la reale consistenza delle accuse. Una comunicazione di questo tipo sfrutta la fiducia dei cittadini nella terminologia giuridica per produrre una percezione di innocenza inesistente, trasformando un blocco politico in una vittoria legale.

Ma, anche se ho provato a dirla in termini tecnici da un punto di vista delle regole di propaganda e disinformazione in un approccio da psicologia sociale e facendo ricorso alle ‘fallacie’ in un senso più ampio rispetto all’impianto artistotelico, lo capirebbe anche un bambino che una notizia data in questa maniera è farlocca.

A questo punto non chiudo con affermazioni indignate (diamole per scontate) ma con due domande. L’ordine dei giornalisti, visto che ci obbliga a continui corsi sulla deontologia, ha qualcosa da obiettare? Ma soprattutto perché i giornalisti del Tg1 che sono nella stragrande maggioranza colleghi competenti e bravissimi, molti dei quali ho il piacere di conoscere, perché non si ribellano? Come direbbe Totò: “Ogni limite ha una pazienza”.

Ps: nessuno dica che che la notizia completa non è stata data perché il tempo correva. Prima cosa, tre secondi più più non potevano creare problemi; seconda cosa: non era obbligatorio dare la notizia dell’archiviazione se non poteva essere data per intero.

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