Ruby, la maggioranza gioca d'anticipo
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Ruby, la maggioranza gioca d'anticipo

Inizia la maratona per salvare il Cavaliere". Con sarcasmo il titolo del Secolo sintetizza l'incalzare degli eventi: oggi alla Camera si vota sul conflitto di attribuzione, domani a Milano si apre il 'processo Ruby'.

Berlusconi e Ruby
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5 Aprile 2011 - 11.05


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“Inizia la maratona per salvare il Cavaliere”. Con sarcasmo il titolo del Secolo sintetizza l’incalzare degli eventi, in settimana, che ancora una volta ripropone l’ormai noto intrecciarsi di cronaca parlamentare e giudiziaria: oggi alla Camera si vota sul conflitto di attribuzione, domani a Milano si apre il ‘processo Ruby’.

Opposizioni sul piede di guerra
“Non spetta alla Camera, che quindi si prende un potere che non ha, stabilire se c’è un conflitto per decidere a quale giudice può essere attribuito un processo”, attacca Massimo Donadi, capogruppo alla Camera dell’Idv, a ‘Mattino 5’. E dalle pagine de L’Unità Rosi Bindi, presidente del Pd, dice di ritenere un dovere scendere
in piazza contro il Governo, perché “la situazione è di una gravità senza precedenti nella storia repubblicana di questo Paese (…) Sono a repentaglio la democrazia e i diritti costituzionali”, perché, con il voto sul conflitto di attribuzione per l’inchiesta su concussione e prostituzione, che vede coinvolto Berlusconi, “la maggioranza
ora voterà in Parlamento che Ruby è la nipote di Mubarak. Cioè attraverso un voto si arriva a stravolgere la realtà, pur di sottrarre Berlusconi ad un processo”.

Sul Corriere e Repubblica, intanto, approda una nuova puntata delle intercettazioni legate al processo Ruby. Negli atti – scrive Luigi Ferrarella sul Corriere – è prassi imposta dalla legge nascondere con omissis un interlocutore parlamentare
intercettato indirettamente “sull’utenza di una persona sotto controllo”. Ma “a spulciare gli atti depositati a Berlusconi dai pm ormai alcune settimane fa, si
scopre quello che li’ non avrebbe dovuto restare”. Ovvero, il testo sbobinato di tre telefonate indirette del premier con Nicole Minetti, Raissa Skorkina e Marysthelle
Polanco. Più un’intercettazione tra la segreteria di Palazzo Grazioli e Barbara Faggioli sulle indagini difensive di Ghedini. E il vivavoce di un bunga-bunga ad Arcore.

“I pm non le hanno mai usate nei loro vari atti, neppure a sostegno della richiesta al Parlamento (respinta) di perquisire il 14 gennaio scorso l’ufficio a Milano 2 dell’amministratore del portafoglio personale del premier, il ragioniere Giuseppe
Spinelli. Ma non essendoci stata una richiesta di autorizzazione al Parlamento, le intercettazioni neppure sarebbero dovute essere trascritte”.

Assegni
Più pesante nel processo potrebbe rivelarsi una serie di assegni che sarebbero stati
versati dal premier gia’ nel 2009 ad alcune ragazze ospiti alle feste di Arcore. Già noti – perché documentati nelle oltre 25 mila pagine di carte per il processo – erano i presunti versamenti alle giovani effettuati tra il 2010 e l’inizio del 2011, come i 115 mila euro in piu’ tranche all’ex ‘meteorina’ Alessandra Sorcinelli.

Nelle nuove carte raccolte dagli inquirenti c’è anche un assegno circolare da 50 mila euro finito sul conto di Silvia Trevaini, giornalista, nel 2005 finalista di Miss Muretto e due anni fa candidata alle europee per il Pdl. E poi documenti su un bonifico di 168.400 euro da parte del premier a Giuseppe Scabini, storico manager di Fininvest, su un prestito infruttifero di 360 mila euro a Giuseppe Spinelli, fiduciario di
Berlusconi, e su alcuni assegni circolari versati sui conti Mps di quest’ultimo e anche di Lele Mora. Ufficialmente Ruby è ancora solo parte lesa del reato di prostituzione minorile contestato al capo del Governo, accusato anche di concussione.

Ruby parte lesa?
Negli ambienti giudiziari milanesi però si fa sempre più insistente la voce di una Ruby pronta a costituirsi parte civile contro Silvio Berlusconi. La decisione definitiva
però, fa sapere il suo legale, l’avvocato Paola Boccardi, verrà formalizzata in aula. In un’udienza che, molto probabilmente, si celebrera’ lontano dai flash dei fotografi e dagli obiettivi delle telecamere, a cui la Procura generale nega l’accesso.

Domani Berlusconi in Tribunale “sicuramente non ci sarà”, come ha spiegato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. E forse nemmeno i suoi legali ‘storici’ Niccolo’ Ghedini e Piero Longo, impegnati alla Camera. L’udienza
sarà di smistamento, utile per rinviare il processo ad altra data, probabilmente tra fine maggio e inizio giugno. Questo a meno di ‘colpi di scena’, come eventuali istanze della difesa per chiedere la sospensione del processo per il conflitto di attribuzione, su cui la Camera si esprime oggi.

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