di Stefano Bonciani
Il presidente della Toscana Enrico Rossi è il campione della “soluzione di sinistra” all’emergenza profughi. Modello di accoglienza alternativo. L’ex sindaco operaista di Pontedera, epica la sua battaglia a difesa della Piaggio negli anni Novanta, oggi si contrappone alla linea del governo Berlusconi sull’emergenza Tunisia. Prima ha detto che la Toscana avrebbe dato il suo contributo, poi ha bloccato il tentativo Maroni di aprire un centro modello Manduria nell’ex base radar americana di Coltano, a Pisa, e infine ha imposto la distribuzione dei 500 tunisini in varie strutture scelte dai comuni in 7 province e gestite con il contributo del volontariato.
Sbarchi e accoglienza
Ieri sera la nave Superba ha sbarcato i primi 300 profughi che sono stati “spalmati” in 13 strutture in gran parte religiose. Oggi dovrebbero arrivare gli altri 200. “Così si fa! – ha dichiarato soddisfatto Rossi dopo aver siglato l’accordo operativo con il prefetto di Firenze- Abbiamo fatto la nostra parte senza aprire campi di concentramento. Ma non prenderemo un solo profugo oltre questi 500 se non faranno la loro parte anche le regioni del nord. Mi riferisco a Veneto, Lombardia e Piemonte “. Dunque Rossi è al centro dei riflettori, in casa e a livello nazionale. E il povero Renzi?
Protagonisti o protagonismo?
Di fronte al rischio di restare in ombra per qualche giorno, il giovane rottamatore ha ignorato l’emergenza profughi ed è volato a Roma. Dove? Al Quirinale, dal nonno Presidente. La visita è rimasta misteriosa fino al pomeriggio. Alle 14,30 si è saputo solo che il sindachino era al Quirinale. Poi, le dichiarazioni come sempre caleidoscopiche: “Abbiamo concordato decine di iniziative con il Presidente Napolitano che è l’unica personalità di riferimento delle nostre istituzioni (scaricato Berlusconi? Nda). Una anche per i 150 anni dell’Unità d’Italia”. Renzi è riuscito così a conquistare qualche spazio sui giornali.
Firenze seconda capitale finita in terza fila
Ma il fatto è che non si sa quali siano le decine di iniziative concordate con il Presidente e né il come, né il dove né il quando, della visita di Napolitano a Firenze. Secondo i maligni, che a Firenze non mancano, Renzi sarebbe stato stato convocato bruscamente al Quirinale perché Napolitano non sarebbe molto insoddisfatto del programma delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità organizzato nella seconda Capitale, giudicato troppo di basso profilo. Insomma Renzi, che vuol rottamare perfino i cinquantenni, sarebbe stato sculacciato dal nonno d’Italia.