Le bislacche inaugurazioni dell’Aquila
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Le bislacche inaugurazioni dell’Aquila

L’Aquila, 3e32 ha raccontato ad oltre due anni dal terremoto come il Palazzo celebra se stesso nascondendo sotto un tappeto rosso il marciapiede di cemento crepato.

Due anni dopo il terremoto le ricostruzioni sono solo di facciata
Due anni dopo il terremoto le ricostruzioni sono solo di facciata
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22 Giugno 2011 - 10.02


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3e32 ha raccontato un episodio inquietante avvenuto qualche giorno fa. Ad oltre due anni dal terremoto, mentre in tanti sono ancora senza casa, il Palazzo celebra se stesso.

Ha scritto l’associazione aquilana: “Un tappeto rosso copre il marciapiede di cemento crepato e la soglia di marmo dell’ingresso segnata e spaccata come due anni fa. Un rinfresco abbondante all’ombra di un gazebo a cui partecipa qualche decina di persone: politici, tecnici della protezione civile, giornalisti. È l’inaugurazione della prima palazzina ristrutturata tra quelle Ater, le case popolari della Regione”.

Un’occasione lieta, almeno all’apparenza. Ha spiegato, allora 3,32: “Il commissario Chiodi, mentre si nega alla piazza aquilana nei confronti pubblici con cittadini, istituzioni e ordini professionali, trova il tempo per celebrazioni come questa: in cui si pretende che sia una festa la restituzione di una palazzina di 8 alloggi, di cui in realtà solo 5 di proprietà Ater, per un totale di 3 inquilini presenti all’inaugurazione. Una festa per dire che meno dell’1 per cento delle 800 case Ater classificate A-B-C viene restituito ad inquilini anziani che hanno atteso due anni la riparazione di una casa classificata B, in mezzo a un deserto desolante di case E, dove neanche ora potranno tornare perché i lavori non sono terminati, perché il gas non è stato ancora riattivato, perché non riusciranno a raggiungere col peso dei loro 80 anni di media e le gambe malferme i piani alti di una palazzina senza ascensore”.

Difficile districarsi tra classificazioni A,B,C. Ma è facile capire che nel capoluogo abruzzese si festeggia la restituzione di tre alloggi per tre inquilini. Restituzione, ma non soluzione. Infatti, l’associazione ha insistito: “La riparazione, come rivela la figlia di una delle inquiline, non ha previsto la messa in opera di un ascensore, né nuovi infissi – che gli inquilini si sono pagati da soli – né la rimozione dei serbatoi di eternit nelle soffitte, né la sistemazione di una vecchia cisterna, forse per il gasolio, negli scantinati del palazzo”.

Un caso isolato, si potrebbe affermare. Neanche per sogno: “L’ennesima operazione di facciata, dunque, cui ben volentieri si prestano il presidente e commissario Chiodi (assente il suo vice Cicchetti) il vicepresidente vicario del consiglio regionale De Matteis e l’assessore Giuliante” ha fatto notare 3,32.

“Peccato che le decine di inquilini di case A, – ha commentato l’associazione – che da oltre due anni aspettano di poter tornare nelle loro case agibili, e per le quali da tempo ci sono i fondi stanziati, non possano partecipare a questa festa, che un minimo di pudore e serietà avrebbe sconsigliato, vista la palese dimostrazione dell’inefficienza della struttura commissariale da cui è dipeso il ritardo nell’attribuzione delle competenze per la gestione dei fondi e dunque il conseguente, enorme ritardo con cui le case verranno restituite ai cittadini”.

Ed il silenzio sembra essere sceso sulla ricostruzione abruzzese. Un torpore che ha catturato i media senza esclusione alcuna. Perché in Italia, dopo la furia dei primi tempi, è sempre piacevole ritemprarsi con una pennichella pomeridiana.

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