Mondadori: Berlusconi deve 560 milioni alla Cir, Marina B: un esproprio

Vince De Benedetti. La sentenza è immediatamente esecutiva. Il comma "Pro-Fininvest" che il premier ha dovuto ritirare

Il premier Silvio Berlusconi
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9 Luglio 2011 - 11.52


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di Martina Aureli

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Silvio Berlusconi deve pagare 560 milioni di euro alla Cir di Carlo De Benedetti. La tanto temuta (dal premier) sentenza della Corte di Appello di Milano è arrivata. E la sentenza è immediatamente esecutiva. Nel merito, i giudici della Corte d’Appello di Milano hanno condannato Fininvest a risarcire Cir per la vicenda del Lodo Mondadori per 540 milioni circa di euro alla data della sentenza di primo grado dell’ottobre 2009, più gli interessi e le spese decorsi da quel giorno. La cifra quindi arriverebbe intorno ai 560 milioni di euro.
In primo grado erano 750 milioni

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In primo grado, il 3 ottobre 2009, il giudice del Tribunale di Milano, Raimondo Mesiano aveva condannato Fininvest a versare a Cir un risarcimento di 750 milioni di euro per “danno patrimoniale da perdita di chance di un giudizio imparziale”. Oggi dunque i giudici di appello hanno riformato il verdetto di primo grado sulla vicenda del Lodo Mondadori facendo uno “sconto” di 190 milioni di euro. Stamani la cifra è stata stabilita in 540 milioni circa di euro più gli interessi e le spese decorsi dal giorno della sentenza di primo grado. Per questo il risarcimento è arrivato a circa 560 milioni.

Berlusconi annulla la visita a Lampedusa

Travolto dalla notizia della condanna, il presidente del Consiglio, che oggi era atteso a Lampedusa, ha annullato la visita. “Sono rammaricato per il mancato arrivo di Berlusconi, ma si tratta solo di un rinvio perché mi ha assicurato che sarà qui tra qualche giorno” ha dichiarato il sindaco dell’isola, Bernardino De Rubeis.

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Marina Berlusconi: “Un esproprio”

“Neppure un euro è dovuto da parte nostra, siamo di fronte ad un esproprio che non trova alcun fondamento nella realtà dei fatti né nelle regole del diritto”: lo afferma il presidente di Fininvest, Marina Berlusconi nella lunga dichiarazione dopo la sentenza del Lodo Mondadori, che si riporta integralmente. “È una sentenza che sgomenta e lascia senza parole. La Fininvest, che ha sempre operato nella più assoluta correttezza, viene colpita in modo inaudito, strumentale e totalmente ingiusto. E il parzialissimo ridimensionamento della sanzione rispetto al giudizio di primo grado nulla naturalmente toglie alla incredibile gravità del verdetto. Ma questa – continua la prima figlia di Berlusconi, che di fatto ha ereditato la Mondadori – è una sentenza che suona anche come un’amara sconfitta per la giustizia, per quanti continuano a credere che esista, che debba esistere, una giustizia imparziale e giusta”.

“Forsennata aggressione a mio padre”

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Marina B. è un fiume in piena. E aggiunge: “È una sentenza che rappresenta l’ennesimo scandaloso episodio di una forsennata aggressione che viene portata avanti da anni contro mio padre, con tutti i mezzi e su tutti i fronti, compreso quello imprenditoriale ed economico. È indiscutibile che questo attacco abbia come principali protagonisti una parte della magistratura (e della magistratura milanese in particolare) e il gruppo editoriale che fa capo a Carlo De Benedetti. E adesso, con un verdetto che nega l’evidenza emesso dalla magistratura milanese, la Fininvest viene condannata a versare una somma spropositata proprio al gruppo De Benedetti. Una somma addirittura doppia rispetto al valore della nostra partecipazione in Mondadori. Neppure un euro é dovuto da parte nostra, siamo di fronte ad un esproprio che non trova alcun fondamento nella realtà dei fatti né nelle regole del diritto

La Fininvest studia il ricorso in Cassazione

“Anche di fronte ad un quadro così paradossale e inquietante, non ci lasciamo però intimorire. Già in queste ore – conclude Marina Berlusconi – i nostri legali cominceranno a studiare il ricorso in Cassazione. Siamo certi di essere assolutamente nel giusto, dobbiamo credere che le nostre ragioni verranno alla fine riconosciute. Verità e giustizia non potranno continuare ad essere calpestate e piegate a logiche inaccettabili e indegne di un paese civile”.

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Di Pietro: “Berlusconi rispetti le sentenze”

“Le sentenze si rispettano e i danni si risarciscono. E se è vero, com’é vero, che Berlusconi é stato condannato in appello per danni causati a un altro gruppo imprenditoriale, significa che lui ci ha guadagnato illecitamente e l’altro ci ha rimesso. È inutile che Berlusconi e i suoi tentino di buttarla in politica, qui siamo solo di fronte a comportamenti truffaldini gravissimi”: questo il commento del leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro.

Capezzone: “Clima da piazzale Loreto”

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La butta deicisamente sul tragico Daniele Capezzone, portavoce del Pdl: “Le sentenze si rispettano, e così pure i giudici. Ma, finché siamo un paese libero, esiste il diritto di criticarle e di contestarne radicalmente i contenuti. A mio avviso – continua Capezzone – siamo dinanzi a una decisione abnorme, che rischia di essere una mazzata tremenda per un’azienda, e di mettere in discussione investimenti, prospettive, posti di lavoro. Ma voglio rivolgermi ai politici della sinistra.
C’é da troppo tempo, contro Silvio Berlusconi, un clima da piazzale Loreto, con forsennati attacchi politici e personali, con una tenaglia mediatica e giudiziaria, e ora anche con quella che oggettivamente è una mazzata sul piano patrimoniale. Con le vendette – dico alla sinistra – non si costruisce nulla, se non altro odio e altra divisione. Hanno il diritto di contrastare il premier sul terreno politico, ma da mesi si è passati a ben altro: al tentativo di abbattere ed eliminare il “nemico”. C’è da sottolineare che 560 milioni di euro sono una somma certamente rilevante, ma che non scalfisce più di tanto i bilanci della Fininvest.

La storia del comma “pro-Fininvest”

Ora è chiaro perché la manovra economica ci ha messo parecchio tempo, una volta licenziata dal governo, a giungere al Quirinale. Quel lasso di tempo è stato necessario a “infilare” nel documento altri commi di cui i ministri sono stati fino a ieri all’oscuro. È stato così per il giallo della riduzione delle agevolazioni per le energie rinnovabili. Ma soprattutto per la norma “Salva Fininvest”. Che per l’azienda del premier ha un valore di ben 750 milioni di euro.

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Una norma da 750 milioni

Questa è la somma che il presidente del Consiglio deve alla Cir di De Benedetti, secondo quanto prevede la sentenza di primo grado del Tribunale di Milano sul lodo Mondadori (non ancora esecutiva) che dovrebbe essere confermata in Appello, e quindi diventare esecutiva.
Il comma prevede infatti che per i risarcimenti superiori ai 20 milioni che si possa congelare il pagamento fino al verdetto della Cassazione.

Maldipancia leghista

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Dell’inserimento era all’oscuro anche la Lega: ”Non ne sapevamo nulla”. Anche i big del Caroccio hanno appreso la notizia soltanto a cose fatte senza essere stati in alcun modo avvisati preventivamente. E i malumori del Carroccio, messo in pratica davanti al fatto compiuto, non sono tanto per il merito di una norma che metterebbe al riparo Berlusconi dall’obbligo di pagare un maxi risarcimento a Carlo De Benedetti. Il maldipancia leghista dipende più dal metodo seguito dal governo, che ha preferito puntare su un blitz a sorpresa piuttosto che sulla condivisione con gli alleati.

Altolà dal Csm

Un altolà al provvedimento è arrivato però stamattina dal Csm. “Modificare la legge sulla provvisoria esecutività delle sentenze significherebbe rischiare di stravolgere il sistema. Credo convenga non farlo per evitare di violare il principio di eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge”, ha detto il vicepresidente del Csm, Michele Vietti.

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Gli autori: Alfano e Ghedini

La norma sarebbe stata pensata dal premier con il guardasigilli Alfano e l’avvocato Ghedini. “L’hanno cucinata loro – spiegano fonti del ministero dell’Economia – i cuochi sono da rintracciare da quella parte, pur essendo chiaro che non ha alcuna coerenza con l’oggetto del decreto”.

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