Non passa giorno senza uno scandalo. In questo caso le “grandi manovre” riguarderebbero persino “la casa della polizia”.
La Procura della Repubblica dell’Aquila ritiene poco trasparente l’iter di affidamento diretto, motivato con l’urgenza, dell’appalto per la ristrutturazione della Questura dell’Aquila. L’edificio era stato gravemente danneggiato dal sisma del 6 aprile scorso ed i lavori di ripristino erano stati assunti dall’impresa Inteco Spa, sulla base di un preventivo di 3 milioni poi lievitato a ben 18.
I magistrati hanno emesso nove avvisi di garanzia con l’ipotesi di reato di abuso d’ufficio in concorso. I provvedimenti sono stati notificati a dirigenti e tecnici del provveditorato interregionale. Tra gli indagati l’ex provveditore interregionale alle Opere pubbliche Lazio-Abruzzo-Sardegna, Giovanni Guglielmi. Ad insospettire gli inquirenti è stata la strana esplosione dei costi.
Ed anche in questo frangente l’oligarchia che partiti non si è smenita. La Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera dei deputati ha negato alla Procura la possibilità acquisire le intercettazioni fatte al coordinatore del Pdl, Denis Verdini, messo sotto inchiesta per i fatti riguardanti l’organizzazione del G8 all’Aquila.
Come ormai è prassi, Verdini in Giunta si era espresso a favore dell’acquisizione della documentazione telefonica che lo riguardava. Ma naturalmente i suoi colleghi si sono ben guardati dall’esaudirne il “desiderio”.
Tornando all’appalto per la ristrutturazione della Questura del capoluogo abruzzese, le indagini sono state coordinate dalla Guardia di Finanza. Un appalto pieno di imprevisti: i lavori erano stati assegnati, ma successivamente, la Corte dei conti aveva sollevato obiezioni e il nuovo provveditore, Donato Carlea, aveva ritirato l’affidamento per indire una nuova gara, vinta dall’Associazione temporanea d’impresa (Ati) Nidaco-Califel.
La lievitazione di costi, come la sorprendente scoperta che i danni erano molto più gravi hanno prodotto lo strano fenomeno della moltiplicazione dei fondi necessari.
Adesso, dopo oltre due anni dal sisma, la Questura è ancora quasi impraticabile e il personale che si divide tra più sedi distaccate, non adeguate, con molti disagi. Un situazione intollerabile, denunciata più volte dai sindacati e rimasta però sconosciuta alla maggior parte degli italiani.
Al momento gli indagati sono: Giuliano Genitti, responsabile del procedimento, Lorenzo De Feo, direttore dei lavori, Carlo Clementi, rappresentante del Provveditorato che ha sottoscritto l’affidamento all’impresa Inteco Spa, tutti residenti all’Aquila; i componenti del comitato tecnico amministrativo (Cta), organismo che si è espresso sulla validità dell’iter: l’ex provveditore Giovanni Guglielmi, Maria Lucia Conti, Massimo Lombardi, Roberto Tartaro, Eugenio Cimino, tutti di Roma e Sabino Di Bartolomeo di Bari”.
