Caso Tarantini: il viaggio di Berlusconi imbarazza l'Europa

Il premier preoccupato dalla una possibile terza manovra e dalle intercettazioni di Bari.

Silvio Berlusconi
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13 Settembre 2011 - 10.13


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Berlusconi è volato stamattina di buon ora in Europa. Questo l’escamotage ecogitato dal Cavaliere per evitare l’interrogatorio dei giudici di Napoli sull’inchiesta per l’estorsione di Tarantini e Lavitola ai suoi danni. Non a caso lo staff di Barroso ha confermato che è stato proprio Berlusconi a chiedere l’incontro.
E per questo il nostro presidente del Consiglio viene snobbato dagli stessi leader europei. Il presidente del Parlamento europeo, Jerzy Buzek, ieri sera lo ha addirittura gelato facendo sapere che non potrà dedicargli più di un paio di minuti, visto che non si tratta nemmeno di una visita ufficiale.
Ad ogni modo la trasferta europea del Cavaliere lo vedrà passare da Bruxelles a Strasburgo per incontrare il presidente del Consiglio Van Rompuy e quello della commissione Ue, Josè Barroso.

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Si mostra tranquillo

Ma il premier rigetta con sdegno le accuse di chi all’opposizione considera il suo un viaggio messo in piedi ad arte per sfuggire i pm di Napoli che avrebbero dovuto oggi far visita a palazzo Chigi per sentirlo come persona informata sui fatti nell’affaire Tarantini-Lavitola.
Nelle sue uscite pubbliche il Cavaliere ostenta una certa tranquillità, ma in privato il suo umore è altalenante.

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Il timore di una terza manovra

Alla full immersion europea di oggi, infatti, il premier ci arriva con un doppio timore. Da una parte pesa l’avvertimento contenuto nel Rapporto 2011 della Commissione europea sulle Finanze pubbliche, in cui si ventila per l’Italia l’ipotesi di “azioni aggiuntive” se “le entrate da una migliorata tax compliance saranno minori di quanto previsto”. Insomma, il rischio di una terza manovra.


Le intercettazioni di Bari


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Dall’altra, c’è lo spettro della notizia di fine indagini dell’inchiesta di Bari su Tarantini che potrebbe portare da metà settimana sulla stampa un profluvio di intercettazioni che vengono definite “imbarazzanti”.
Nel frattempo Berlusconi, che ieri ha passato buona parte della giornata chiuso ad Arcore con i suoi avvocati, oggi farà pervenire ai pm partenopei una memoria scritta in cui dà tutte le spiegazioni sulla vicenda che lo vede parte lesa.
Il presidente del Consiglio continua a sostenere di aver soltanto aiutato una famiglia in difficoltà e si sfoga contro quello che ritiene l’ennesimo accanimento di certi pm che tentano di sovvertire la volontà popolare per via giudiziaria.

“Non mollo”

E se nei momenti di scoramento con alcuni collaboratori fidati butta lì la sua voglia di mollare, di certo Berlusconi rispedisce al mittente qualsiasi ipotesi di “exit strategy” in cambio di un suo precoce allontanamento da palazzo Chigi. “Se sono in grado – insiste – mi sfiducino in Parlamento, vedremo chi ha i numeri”.

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