Bossi: referendum per la Padania
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Bossi: referendum per la Padania

La stretta alleanza con Berlusconi mette in difficoltà la Lega Nord, che rilancia la secessione. Maroni: "Restiamo al governo finché lo dice Umberto".

Bossi: referendum per la Padania
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19 Settembre 2011 - 09.19


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di Angelo Angeli

Bossi, alle strette per l’alleanza troppo vincolante con un Berlusconi decisamente in declino, ha rilanciaro ieri la secessione, proponendo un referendum per l’istituzione della Padania: “Bisogna trovare una via democratica forse referendaria perché un popolo importante e lavoratore come il nostro, non può essere costretto a continuare a mantenere l’Italia”, ha detto il leader della Lega che, alla Festa dei popoli padani il senatur è stato accolto da grida: “Secessione, secessione”.
Naturalmente un referendum nei termini in cui vorrebbe Bossi è improponibile. Ma si tratta di un’arma politica, al momento.

Maroni cavalca il disimpegno dal governo

Il ministro degli Interni, Roberto Maroni, continua a cavalcare il disimpegno dal governo Berlusconi (non dal Pdl, infatti flirta con Angelino Alfano), ma paer ora afferma: “Col governo andremo avanti finché ce lo dirà Bossi”, mentre Calderoli – che lo stesso Bossi, in polemica con Maroni, ha definito pochi giorni fa “il suo uomo a Roma” smentisce ogni divisione nella lega: non ci sono fratelli-coltelli.

Maroni spiega che “Andare avanti è difficile” ma ”per noi il governo non è un mezzo ma un fine per combattere la nostra battaglia sul federalismo, ci saremo finché ce lo dira’ Umberto Bossi”. E il ministro degli Interni così continua: ”Mentre noi ci danniamo l’anima, la politica romana si occupa di complotti di palazzo, il fango gettato da settimanali e siti internet, da mascalzoni di Roma e di Milano”.

L’esponente leghista poi si riferisce ad alcuni scandali come ”case prese in affitto da qualcun altro, intercettazioni, eccetera eccetera”, vicende in cui hanno cercato di coinvolgerlo.
”Questo mondo – risponde – non ci appartiene”.

No all’apertura a Casini: “Niente inciuci”

E una botta c’è anche per l’ala del Pdl che vede con favore un’apertua a Casini: ”Il nostro è un governo politico. Gli altri sono degli inciuci”.
Anche Roberto Calderoli, conversando con i cronisti a Venezia, esclude l’ipotesi di nuovi esecutivi rispetto a quello attuale.

Calderoli: “Senza Bossi non saremmo un cazzo”

Poi Calderoli ribadisce che senza Bossi non vi sarebbe la Lega. “Senza di lui né io né Maroni saremmo un cazzo”, è la sintesi chiarissima del suo atto di fede.

Bersani: “Bossi la farà con Berlusconi la secessione”

Sulle nuove uscite leghiste interviene anche Pier Luigi Bersani, segretario del Pd.
“Bossi – dice – fa sognare il popolo leghista, per poter dire: vado avanti col miliardario, mette davanti il sogno per non dire ben chiaro che continua a stare con Berlusconi”.
”Vorrà dire – ha aggiunto Bersani – che la farà con Berlusconi la secessione.
Vediamo questa settimana con gli appuntamenti parlamentari che abbiamo, a cominciare dal caso Milanese che cosa farà la Lega: non so se voglia fare la secessione con Berlusconi e anche con Milanese.
Io credo che la gente non possa mangiare con le favole, adesso abbiamo dei problemi seri e la Lega deve prendersi le sue responsabilità, non raccontare delle favole e rispondere di quello che sta facendo al governo”.

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