Berlusconi: Lascio solo con la sfiducia

"Non mi dimetto". Pressing di Casini e Fini. Il leader Udc: voto anticipato al 2012. Il premier rilancia la legge bavaglio: "Uno Stato di polizia".

Berlusconi: Lascio solo con la sfiducia
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26 Settembre 2011 - 08.12


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di Michela Rossetti

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Berlusconi non molla, e alla duplice richiesta di Casini e Fini di un passo indietro ha risposto ieri due volte.
“Non ci dimetteremo se non dopo un voto di sfiducia in Parlamento, che ci sentiamo di escludere”: ha detto il premier poco dopo mezzogiorno intervenendo telefonicamente a una festa del Pdl nel Cuneese.
Il capo del governo ha poi attaccato l’opposizione, definendola “comunista” e “senza alcun personaggio con cui si possa almeno dialogare”.
“Andremo avanti finché avremo una maggioranza coesa, solida e sicura che si è già confermata in diverse votazioni di fiducia”: ha aggiunto. “Con questa maggioranza che è meno numerosa di quella di prima ma più coesa potremo fare finalmente quelle riforme necessarie per il nostro Paese a partire da Giustizia, Fisco e architettura costituzionale dello Stato. Sono nei nostri programmi dal 94. Perché non le abbiamo fatte fino ad ora? Perché nella nostra maggioranza ci sono state sempre persone che si sono sempre opposte (ndr: il riferimento, implicito, è ai finiani)”.

“Uno Stato di polizia”

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Il presidente del Consiglio ha poi rilanciato anche sulle intercettazioni. Inisistendo sull’esigenza di una legge per “tornare ad essere un paese civile libero, oggi non lo siamo”.
“Quando chiamate al telefono, sentite la morsa dello Stato di polizia”: dice Berlusconi. “I cittadini sentono che c’è uno Stato che non tutela più la nostra privacy”.

Casini: “Elezioni nel 2012”

Il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, si è detto sulla stessa linea del governatore della Lombardia Formigoni: elezioni anticipate nel 2012.
“Non vedo come si possa andare avanti con un governo che davanti all’emergenza sociale è assente, indifferente”: ha detto Casini. “Noi abbiamo fatto di tutto per stimolare gli uomini di buona volontà del Pdl ma alle affermazioni private non corrispondono fatti pubblici, quindi meglio lo sbocco elettorale”.

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Fini: “La maggioranza non sa che pesci prendere”

Dal fronte del terzo polo anche il presidente della Camera Gianfranco Fini torna a lanciare bordate contro il governo e contro il suo leader, chiarendo che “la maggioranza non sa che pesci prendere”.
“La politica o da buon esempio o perde credibilità”: ha detto intervistato da Maria Latella su SkyTg24. “Nella vicenda del premier che non si è voluto recare a Napoli, la cosa che ha dato fastidio è che nessun cittadino può pensare di non aver il dovere di rispettare una norma o una regola. Se ti chiamano a testimoniare, ci deve andare”.

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