di Martina Aureli
Sono in arrivo un autunno caldo e incidenti, fin da domenica prossima, in Val di Susa. Il ministro degli Interni, Roberto Maroni, ha messo – ieri pomeriggio in Senato – le mani avanti sulla gestione dell’ordine pubblico. Si è vantato di aver recuperato (“e non è stato facile”) da Tremonti 60 milioni di euro, dopo i tagli dei giorni scorsi, e ha annunciato che gli organizzatori dei cortei dovranno fornire “garanzie patrimoniali” per risarcire gli eventuali danni”.
Insomma: andate in banca e fatevi rilasciare una fidejussione, se volete organizzare un corteo.
Come dire? Se non hai i soldi non puoi manifestare: originale concezione della democrazia.
Maroni: “Volevano il morto”
C’era la volontà di ricreare l’incidente avvenuto a Genova. È solo grazie alle forze ordine che si è impedito che ci scappasse il morto”: inizia così l’intervento di Roberto Maroni in Senato, riferendosi ai violenti scontri durante il G8 del 2001, in cui trovò la morte Carlo Giuliani.
Il ministro degli Interni, ieri pomeriggio, ha riferito sugli scontri di sabato a Roma degenerati nella guerriglia di piazza San Giovanni. Definendo le violenze nella capitale “un’inedita forma di terrorismo urbano”, con la “cieca violenza di 3000 incappucciati che ha oscurato la protesta di migliaia persone che volevano solo manifestare”.
Maroni ha poi difeso l’operato delle forze dell’ordine.
“C’era l’intenzione – ha spiegato – di assaltare le sedi delle istituzioni repubblicane, in primo luogo Camera e Senato. Questo è stato evitato”.
“Non è mancata la prevenzione”
“Non è mancata la prevenzione”: spiega. “Le informazioni le avevamo… il problema è che con le leggi attuali non si può fare molto”.
Quindi la richiesta di una stretta legislativa, come l’arresto in flagranza differita e la Daspo nei cortei.
Maroni: “Servono leggi nuove”
“La mattina del 15 ottobre, poche ore prima della manifestazione, abbiamo fermato a Castel di Leva quattro giovani dell’area anarco-insurrezionalista”: ha raccontato Maroni. “Avevano mazze da muratori, una fionda, caschi, parastinchi e una cartina di Roma. Sono stati trattenuti e identificati, ma poco dopo li abbiamo rilasciati perchè non potevamo fare altrimenti, dato che non avevano ancora commesso un reato”.
“Intendo proporre al Parlamento nuove misure legislative per consentire alle forze dell’ordine di intervenire con azioni di prevenzione”: ha aggiunto quindi il titolare del Viminale.
Dall’arresto in flagranza differita al Daspo
Tra le misure, Maroni ha annunciato l’arresto in flagranza differita, Daspo anche per i cortei, uno specifico reato associativo per chi esercita violenza aggravata nelle manifestazioni, maggiori tutele giuridiche per gli operatori di polizia.
Ma per questo servono “risorse”, ha aggiunto il ministro. “Ho già chiesto al Consiglio dei ministri di venerdì di azzerare i tagli al ministero dell’Interno nei prossimi anni. Il ministero dell’Economia stanzierà 60 milioni di euro entro il 2011 per le spese necessarie alla gestione dell’ordine pubblico”.
