Il ministro del’Ambiente Corrado Clini lancia l’allarme sulle ripercussioni ambientali che possono essere causate dalla nave da crociera Costa Concordia, affondata a largo dell’Isola del Giglio: «Se cambiano le condizioni meteo-climatiche potremmo trovarci in una situazione diversa da questa e con il rischio grave per la tenuta dello scafo. Stiamo cercando di fare molto in fretta tenendo conto che è probabile che ci siano ancora delle vite umane da salvare».
Il problema è che la nave questa mattina ha cominciato a spostarsi. Il coordinamento dei soccorsi ha dovuto sospendere le ricerche e evacuare i sub di vigili del fuoco e capitanerie. Al momento la Concordia si è spostata di 9 centimetri sulla verticale e 1,5 in orizzontale.
A preoccupare è la presenza nei serbatoi della nave affondata di 2.300 tonnellate di carburante. Spiega il ministro: «E’ un gasolio denso, pesante, e potrebbe sedimentarsi nei fondali, sarebbe un disastro. Poi, potrebbe disperdersi in mare, contaminando e imbrattando una costa pregiatissima». L’area interessata dal rischio può variare: «Sicuramente l’Isola del Giglio, probabilmente l’intero arcipelago, forse la costa. Dipende da come si muove il mare», sempre secondo Clini.
A monitorare la zona di mare intorno all’isola del Giglio ci sono i mezzi e gli esperti del ministero, la Guardia Costiera e il reparto ambientale marittimo della Marina.
Il ministro Clini ha lanciato anche la proposta di limitare il passaggio delle navi nelle zone più sensibili: «Si tratta di una norma di buonsenso. Il buonsenso infatti suggerisce che se il valore principale che dobbiamo tutelare è quello del nostro patrimonio naturale e paesaggistico, che poi è anche una risorsa fondamentale per il turismo, dobbiamo evitare che tutto questo venga messo a rischio”.