No Tav della Val di Susa simbolo dello scontento
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No Tav della Val di Susa simbolo dello scontento

Blocchi e manifestazioni in tutta Italia. Centinaia di attivisti solidali con il movimento della Valsusa da Milano a Cosenza. Lo scontento nazionale trova un obiettivo.

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2 Marzo 2012 - 10.41


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Valsusa capitale dello scontento. Molti tra coloro che in mezza Italia stanno manifestando, neppure sanno dove sia esattamente la Val di Susa. Da Roma ad Ancona, da Trieste a Firenze, da Brescia a Bergamo, per finire a Napoli e Genova le scene sono sempre le stesse: tangenziali occupate, stazioni ferroviarie militarizzate e traffico impazzito. Tutto già ampiamente preventivabile. ”Occupiamo tutto” era lo slogan.

La politica e la rabbia. Ieri a Roma è stata occupata persino la sede del Partito democratico. In serata, un gruppo di attivisti probabilmente non esattamente “No Tav” hanno bruciato cassonetti in alcune zone periferiche della città. Grande mobilitazione di forze di polizia e di vigili del fuoco. La No Tav d’esportazione sembra essere o rischia di diventare l’elemento più preoccupante mettendo in campo molti scontenti.

Geografia degli arrabbiati. A Bussoleno, piazza del mercato, assemblea dei movimenti No Tav autentici e locali. Solidarietà a Federico Cambursano, il giovane arrestato ieri. “Una persona dolcissima -viene descritto- un ragazzo fragile, indifeso che non sarebbe capace di fare del male a mezza mosca”. Strategia: “Li faremo impazzire tutti”. L’assemblea ha quindi deciso di organizzare un corteo ed un presidio a Bussoleno.

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Torino. Qui la sensibilità ai problemi veri della val di Susa è più forte. Ripetuti blocchi stradali e presidio di protesta sotto la sede Rai. Poi la stazione ferroviaria di Porta Nuova. Qui gli attivisti hanno bloccato un Frecciarossa che si era appena messo in movimento. Altri si sono sparpagliati sui diversi binari dello scalo ferroviario, bloccando, di fatto, tutta la circolazione a Torino Porta Nuova per almeno venti minuti.

Bologna. Irruzione al punto informativo di Rete ferroviaria italiana. In serata, invece, circa 400 persone sono partite da Piazza Maggiore in direzione delle due Torri. Ad aprire il corteo lo striscione del centro sociale Tpo e un altro del laboratorio Cres con la scritta “Blocchiamo tutto! Siamo tutti no tav”, “Giù le mani dalla Val di Susa. Siamo tutti valsusini”. Solidarietà dunque che nasce da altri scontenti.

Genova. Blocco della circolazione di fronte alla Prefettura, in pieno centro. Tra i manifestanti anche Giuliano Giuliani, padre di Carlo, ucciso durante il G8 di Genova nel 2001: “Assurdo pensare di premiare un carabiniere che ha fatto il suo dovere”. Tensione alla stazione di Brignole tra una trentina di attivisti e gli inferociti i passeggeri di un treno di pendolari bloccato. Brevi scntri con le forze di polizia.

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Calabria. Un gruppo di manifestanti dei centri sociali, militanti di Rifondazione Comunista e studenti dell’Università della Calabria, ha occupato i binari della stazione ferroviaria di Paola, nel cosentino, Proprio la partenza dell’Intercity, ha chiarito uno dei manifestanti, ha fatto anticipare di un’ora la manifestazione rispetto all’orario fissato a livello nazionale. Oltre a cori e slogan politici, bandiere No Tav.

Palermo. Un centinaio di attivisti a Palermo hanno bloccato l’ingresso all’autostrada A19 Palermo-Catania. Uno striscione solidarizza con le popolazioni della Val di Susa e stigmatizza la “violenza di Stato”. Dall’estremo nord all’estremo sud un inseme assolutamente informe di rabbie e di obiettivi politici, salvo appunto una rivolta generica contro uno Stato sentito -soprattutto tra i giovani- come nemico.

Guerriglia informatica. Da registrare, inoltre, un nuovo attacco degli hacker di Anonymous in sostegno del movimento No Tav. Dopo aver bloccato nei giorni scorsi i siti di carabinieri e polizia, ieri i pirati informatici hanno reso impossibile collegarsi ai siti di Regione Piemonte, Comune e Provincia di Torino. L’azione è stata rilanciata da militanti No Tav e sostenitori su twitter e altri social network. Lotta continua è il passa parola.

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