di Claudia Sarritzu
La mafia esiste in Sardegna? Bella domanda. Di sicuro esistono i “comportamenti” mafiosi ed esistono gli “interessi” mafiosi sull’isola.
A Golfo Aranci c’è un giovane amministratore di nome Andrea Viola: 33 anni, avvocato, faccia pulita, sorriso sereno, di quelli che trasmettono coraggio e senso di giustizia. È un consigliere comunale di minoranza che ha denunciato una situazione che avvertiva nel suo comune: “E per questo sono stato emarginato e minacciato dal sindaco di querela per aver, con la mia segnalazione, infangato il nome del paese”.
Ecco come si sono svolti i fatti. Il 21 dicembre del 2011 veniva arrestato Salvatore Costanza, imprenditore edile di San Giovanni Gemini, ritenuto facente parte della famiglia mafiosa di Cammarata e ritenuto responsabile – come si legge dall’interrogazione parlamentare all’ministro dell’Interno, firmata dai deputati sardi – del reato di cui all’art. 416 bis. Questo imprenditore ha svolto a Golfo Aranci per più di dieci anni lavori pubblici attraverso appalti, sub-appalti e chiamate dirette.
La cosa incredibile, che ha denunciato Viola, è che a oggi Costanza è inserito ancora negli elenchi comunali degli operatori economici da invitare nel caso di affidamento di lavori sino al 24/01/2012, quindi ben dopo l’arresto e il provvedimento di custodia cautelare in carcere esecutivo dal 21 dicembre 2011.
Andrea Viola ha chiesto aiuto alla politica e i deputati sardi di centro sinistra il 20 giugno hanno firmato un’interrogazione parlamentare al ministero dell’interno per fare luce su questa situazione anomala.
Il gesto può sembrare poco ma per l’avvocato Viola si tratta di una presa di coscienza nazionale di ciò che è accaduto nella sua comunità. Un gesto anche simbolico per non farlo sentire solo in questa battaglia dopo mesi di accuse per aver raccontato semplicemente la verità.