L’hanno arrestato di nuovo. Perché la legge, si sa, è dura e va applicata. Anche se fa a pugni col “buon senso”. Si parla di un episodio avvenuto ad Afragola, terra di clan potentissimi, terra che ha visto per la prima volta una donna scalare i vertici dell’organizzazione criminale. Cittadina, ancora, il cui consiglio comunale ogni tanto – più o meno ogni cinque, sei anni – viene sciolto per infiltrazioni mafiose. Terra, insomma, dove le forze dell’ordine non possono andare troppo per il sottile.
Fatto sta che l’altra sera, al calar del sole, gli agenti erano impegnati nel solito giro: controllavano che tutte le persono sottoposte ai “domiciliari” fossero effettivamente al loro. Dentro casa. Solo che ad Afragola, come nel resto della Campania, l’anticilone Caronte regala temperature che superano i quaranta gradi. Con punte di quarantatrè. Un inferno.
Così Mauro Basile, 41 anni, sottoposto al regime della detenzione domiciliare, aveva pensato di mettere due sdraie davanti a casa sua, sotto l’ombra di un albero. Al centro di via Padre Ludovico. Non che quell’improvvisato salotto “esterno” potesse garantirgli un po’ di fresco ma sicuramente all’aperto era meglio che dentro le mura di casa. L’uomo si è seduto assieme alla moglie. Chiacchieravano. Quando è arrivata la volante.
E per lui sono scattate le manette. Sì, perché la sentenza del giudice lo obbliga a non uscire di casa senza permesso. Mauro Basile era appena un metro e mezzo, due fuori. E tanto è bastato perché fosse riportato in carcere. Per lui l’accusa ora è di “evasione”. E magari le sdraio diventano un aggravante