Prepariamoci ad affrontare una giornata nera per la mobilità urbana in una settimana di disagi per i trasporti. Bus, tram e metro si fermeranno infatti oggi per lo sciopero nazionale proclamato unitariamente dai sindacati di categoria Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugltrasporti e Faisa-Cisal, a causa del mancato rinnovo del contratto. Ha detto Susanna Camusso, leader della Cgil: «È un contratto che non si rinnova dal 2007, inevitabile fare pressioni. Il Governo ha alzato le accise per sostenere il trasporto pubblico ma quei soldi non si sono mai visti ed è peggiorato il servizio».
Ma le prime proteste sono partite già dalle 21 di ieri e per 24 ore: a incrociare le braccia sono gli addetti ai servizi ferroviari di pulizie, accompagnamento notte e ristorazione a bordo treno. Lo sciopero fa seguito alla protesta di 4 ore dello scorso 20 luglio. Si svolgerà secondo diverse modalità città per città e nel rispetto della garanzia dei servizi minimi e delle fasce orarie. I sindacati confermando il nuovo stop annunciato a fine luglio, tornano a chiedere la chiusura del contratto: «Chiuderlo in tempo comporterebbe il consolidamento del processo verso il nuovo Ccnl della Mobilità, elemento fondamentale di stabilità per il risanamento ed il rilancio del settore.
Anche alla base dello sciopero degli appalti nelle ferrovie c’è il contratto. È «inaccettabile», dicono la Cgil e le altre sigle, «la posizione assunta dalle associazioni di impresa e dalle aziende che operano nel settore di non sottoscrivere ed applicare il Ccnl Mobilità per le attività ferroviarie». I sindacati evidenziano inoltre le «numerose criticità» presenti nel settore degli appalti ferroviari, come «la situazione occupazionale, il ricorso costante agli ammortizzatori sociali, il progressivo ridursi delle attività, dei servizi e conseguentemente dei posti di lavoro oltre alle mancate, ritardate o parziali erogazioni delle retribuzioni