Per la prima volta, sancita la responsabilità del Porto di Venezia per la mancata adozione di misure di protezione della salute dei lavoratori portuali a contatto con le polveri di amianto. La Cassazione ha stabilito che sull’autorità portuale, e non sugli armatori o sulle cooperative di facchinaggio, ricade l’obbligo di risarcire i familiari degli operai morti di mesotelioma della pleura dopo aver scaricato, per anni, sacchi di iuta con fibre di amianto senza nemmeno la mascherina.
Per risarcire le famiglie dei lavoratori deceduti, avverte la Suprema Corte, accogliendo il reclamo della moglie e dei figli di un portuale, Stefano C., morto nel 2003 dopo aver respirato le polveri letali dal 1956 al 1980, non bastano 150 euro per ogni giorno di malattia in quanto questo male che non lascia scampo è di particolare «penosità». Invano il Porto di Venezia aveva cercato di sostenere che erano gli armatori dalle cui navi veniva scaricato l’amianto, insieme alla Cooperativa Lavoratori Portuali della quale Stefano C. era stato prima dipendente e poi socio lavoratore, a dover pagare per la morte dello scaricatore. La Cassazione ha stabilito che l’unico soggetto dotato di caratteristiche imprenditoriali era l’Autorità Portuale di Venezia.
«Le modalità dello scarico in porto – ha detto l’Alta Corte – non dipendevano dall’armatore bensì soltanto dall’Autorità portuale sulla quale incombevano gli oneri di sicurezza dei lavoratori addetti a tali compiti». All’Autorità portuale che faceva presente come le norme antiamianto siano state varate solo nel 1982, la Suprema Corte ha replicato che persino un Regio decreto del 1909 menzionava la pericolosità delle fibre in amianto e ne vietava la tessitura «alle donne e ai fanciulli». E che nel 1943, l’asbestosi «fu inserita per legge tra le malattie professionali».
Ai familiari di Stefano C. erano stati liquidati 19.800 euro, pari a 150 euro per ciascuno dei 132 giorni di malattia. Troppo poco per la Cassazione. Ora un’altra corte di appello, quella di Trieste, dovrà liquidare un indennizzo più alto. Finora sono due milioni di euro i risarcimenti che deve pagare il Porto di Venezia per le morti da amianto.