Appena arrivato in aula a Milano per il processo Ruby, ancor prima che si aprisse l’udienza,
Silvio Berlusconi ha stretto la mano al procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini che insieme al Pm Antonio Sangermano rappresenta la pubblica accusa. È sembrato quasi un gesto distensivo, dopo anni di attacchi alla magistratura. Poi però, nel corso della sua dichiarazione spontanea, si è tornati alla normalità.
Il Cavaliere si è infatti rivolto ai giudici: «Leggo che mi avete già condannato. Spero però che non sia così, perché sarebbe una barbarie e significherebbe che l’italia non è una democrazia». Le parole del Cavaliere si riferiscono a un passaggio della memoria in cui l’ex premier spiega perché non si è fatto interrogare. «Avrei voluto rispondere alle domande, ma vent’anni di attività della Procura di Milano per costruire accuse contro di me me lo hanno sconsigliato e quindi ho deciso, contro il parere di molti, di parlare con queste dichiarazioni in cui ho ricostruito la realtà dei fatti».
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