Fantasmi del sistema dell’informazione, invisibile forza lavoro sempre disponibile a richiesta, non meritano neanche una risposta. Succede all’Unità, dove i collaboratori precari che da sette mesi non ricevono i loro soldi sono scesi in sciopero da una settimana. Ma di loro nessun si cura, sperando forse che presi per fame tornino a scrivere i loro articoli.
L’amministratore delegato della Nie Spa, la Nuova Iniziativa Editoriale, Fabrizio Meli, secondo la denuncia del Coordinamento dei Precari in sciopero è rimasto in silenzio. Qualche informazione, però, è filtrata. Ma non rassicurante: “l’Azienda avrebbe prospettato soluzioni immediate che sono assolutamente insufficienti rispetto all’arretrato maturato. Questo Coordinamento non è più in grado di accettare risposte così vaghe e mai definitive, considerato che nell’ultimo anno e mezzo le promesse dell’Amministratore delegato sono sempre state disattese”, scrivono in una nota. Per questo lo sciopero dei precari continuerà fino a lunedì.
Intanto hanno incassato la solidarietà di Fnsi e dell’Associazione della stampa, di alcuni esponenti del Pd – di cui l’Unità è il giornale di riferimento – e anche dei colleghi assunti, che domenica hanno messo in piedi uno sciopero delle firme per segnalare la necessità di investire sul giornale.
Ma non basta. E i precari dell’Unità vogliono di più: che sia, per esempio, il segretario del partito a dire qualcosa. E così rivolgono un appello a Pierluigi Bersani: “Perché dopo aver ricevuto forti segnali di solidarietà da numerosi esponenti del Pd, abbiamo bisogno anche del suo sostegno: Segretario, le chiediamo di farsi interprete della nostra voce, la voce di lavoratori che si vedono disconosciuti i più basilari diritti. Segretario, il nostro lavoro deve essere pagato”.
L’appello è rivolto anche al presidente dell’Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino: “Presidente, quella dei collaboratori dell’Unità è una battaglia coraggiosa – si legge ancora nella nota – Ognuno di noi rischia, nessuno di noi può essere lasciato solo, non dal proprio ordine professionale. La prima sfida, la più urgente, è quella contro Editori e Amministratori Delegati che non pagano i lavoratori meno tutelati, svilendola professione tutta”.