Non si scuce un centesimo, neanche per il terremoto in Emilia: doccia fredda per l’Italia a Bruxelles oggi pomeriggio, quando cinque paesi – Germania, Olanda, Belgio, Finlandia e Gran Bretagna – hanno fatto sapere di non poter “pagare il conto” per la ricostruzione in Emilia, colpita dal terremoto.
620 milioni di euro su cui tutti contavano parecchio per poter dare sollievo alla popolazione, ma anche per ricostruire infrastrutture e tutelare beni artistici gravemente compromessi. Sembrava che sul punto non ci fossero obiezioni, e anche l’ambasciatore italiano a Bruxelles, Nelli Feroci, aveva detto di “essere ottimista”.
Invece la questione “fondi del terremoto” si è incastrata con quella relativa al bilancio dell’Unione europea. Alcuni paesi hanno messo mano alla pistola quando è stato chiaro che bisognerà tirare fuori qualche milione: la Commissione, infatti, chiede la cifra record di 9 miliardi in più per chiudere il bilancio di quest’anno. E per il 2013 ha già annunciato l’aumento del fabbisogno per il 7%.
Grandissimo disaccordo, soprattutto tra i paesi meno “europeisti” tra cui la Gran Bretagna, ma anche una Germania che non ama l’intervento della spesa pubblica ed è certa che la strada maestra debba essere la “golden rule” del pareggio di bilancio. Terremoto o non terremoto.