“Bisogna capire che l’Italia ieri bolliva, che c’erano cortei dappertutto e molti non hanno seguito i percorsi stabiliti. Le forze dell’ordine hanno fatto quello che hanno potuto. Hanno agito bene”. Il giorno dopo il 14 novembre, giorno dello sciopero europeo che ha visto un durissimo attacco delle forze dell’ordine contro i ragazzini dei licei scesi in strada a scioperare, il ministro dell’Interno del governo Monti, Anna Maria Cancellieri, non fa un buon servizio. E non lo fa perché basterebbe una parola un po’ più dura per far capire a chi ieri ha gestito l’ordine pubblico nelle piazze che se cominciano così, non si andrà molto lontano. Tutti quelli che ieri sono stati in piazza, da Roma a Milano, da Torino a Padova, hanno avuto l’impressione che quello di ieri fosse – per chi governa il sistema dell’ordine pubblico, che quasi mai è il ministro dell’Interno in persona – la “linea” all’autunno che sta per iniziare. E che sarà sicuramente caldo davvero, dopo anni in cui si parla di “autunno caldo”. Se non altro perché l’operazione della Spending Review sta entrando ufficialmente a regime. E poi si parla di elezioni. E la luce in fondo al tunnel, se c’è, è lontana e riesce a scorgerla solo Monti, ma non chi lavora.
Dunque le botte di ieri – sì certo, contro ragazzi che sono scesi in piazza con i caschi e hanno preso strade diverse dalle “prestabilite”, ma le immagini, i video, i racconti narrano di una gestione dell’ordine pubblico muscolare, con manganellate date in faccia alla gente in terra e sanguinante, lacrimogeni sparati ad altezza d’uomo, eccetera – andrebbero quanto meno censurate, se non altro per rispondere alla rabbia che si rincorre sulla rete “bastardi”, “assassini”, “picchiatori”, mentre già si sta pensando ai prossimi appuntamenti di piazza. Invece Cancellieri dice che le foto “vanno viste tutte” e che le forze dell’ordine “si sono comportate bene”.
Di parere diverso un’organizzazione seria come Amnesty International, che quasi mai interviene su questioni come queste, e che invece ha sentito l’esigenza di dire qualcosa sulla giornata di ieri: “Le forze di polizia hanno precisi
obblighi di diritto internazionale e interni di protezione dei
manifestanti, compreso quello di disperdere eventuali proteste
violente con un uso proporzionato e legittimo della forza, mentre
le immagini a disposizione mostrano episodi di eccessi nell’uso
della forza nei confronti di singoli manifestanti che
meriterebbero un’indagine rapida e approfondita. Riteniamo che
chiarire le responsabilita’ sarebbe importante tanto per le
persone colpite, quanto per le forze di polizia”, dice la direttrice generale di Amnesty International Italia Carlotta Sami.
Gli studenti della Sapienza, intanto, oggi hanno convocato una conferenza stampa in cui hanno fatto vedere i video, e spiegato le loro azioni di ieri: “Abbiamo deviato per arrivare ai palazzi del potere, come d’altronde avevamo dichiarato apertamente di voler fare”, hanno raccontato, come a sottolineare che se qualcuno ha voluto far scoppiare l’incidente, quelli non erano loro. “Torneremo in piazza, non cederemo al ricatto della paura”. “Bisogna evitare l’infiltrazione dei violenti nelle manifestazioni pacifiche”, il commento decisamente stitico del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che sembra parlare dalla luna.
Intanto anche se da parte della politica ufficiale si sprecano gli attestati di solidarietà nei confronti delle forze dell’ordine e degli agenti feriti, vanno annotate alcune dichiarazioni un po’ “irrituali”, che fanno capire come i numeri delle manifestazioni di ieri abbiano smosso qualche coscienza. Intanto, nonostante le dichiarazioni di Cancellieri, un altro ministro direttamente interessato dalla vicenda della protesta dello sciopero europeo (che aveva al suo interno anche il no al ddl Aprea), ovvero il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo, ha dichiarato: “E’ stato grave molto grave che siano stati picchiati degli adolescenti. Il disagio espresso ieri in piazza ci dice che dobbiamo cambiare metodo”. Poi c’è Casini, vecchia volpe, uno che parla sempre a ragion veduta e che se può dimostrare la propria fedeltà alle varie polizie non lesina. Ma stavolta dice: “Alla manifestazione di ieri non c’erano soltanto cretini, c’è un disagio fortissimo”. Certo, le elezioni si avvicinano e nessuno vuole mettersi contro le piazze. Piazze che però – sembra ne siano tutti consapevoli, molto consapevoli – torneranno a riempirsi. E presto. E spesso. Cosicché il questore di Milano, Luigi Savina, considerato un illuminato (tranne quando si parla di droga e raduni notturni, come ha dimostrato l’imperizia messa in campo al ravedi tre settimane fa, in cui una ragazza ha rischiato di perdere la vita) oggi ha detto: “La Questura di Milano si sta
preparando a gestire la situazione nei prossimi mesi innanzitutto
tentando, come è nella storia della polizia di stato, contatti con
tutti i gruppi, anche quelli più oltranzisti, nella speranza che il
contatto e il colloquio possano servire a convincere queste persone, o
almeno quelle che fungono da portavoce, che comunque assumono una
funzione da leader, a tentare di governare nella legalità queste
manifestazioni”. Savina ha parlato a margine dell’inaugurazioone dell’Anno
accademico dell’Università Bocconi di Milano
”Per noi – prosegue il questore – non sono degli avversari,
sono persone di varia estrazione, studenti e operai, che protestano.
La protesta – sottolinea- è il sale della democrazia, quindi ben
vengano cortei e manifestazioni. Certo, poi quando si inserisce
qualcuno che fa danni per migliaia di euro, per esempio all’Enel o a
qualche banca o che, come abbiamo registrato, carica la polizia che in
realtà sta a presidiare una struttura che rappresenta l’Europa,
queste cose spiacciono molto”.