Alla fine è stato un nulla di fatto, come si prevedeva ampiamente sin dall’inizio. Si parla di soldi, di come distribuirli, dei “privilegi” di cui godono alcuni tra i 27, delle regole da applicare nei prossimi anni: argomenti spinosissimi, che ovviamente tirano fuori tutte le divergenze che fanno parte del “carattere” della Ue. Da una parte i “nordici”: vogliono la linea dura, e sostanzialmente si fidano poco dell’Europa. Dall’altra i mediterranei: hanno molti problemi in casa, e sostanzialmente temono l’Europa.
In ogni caso tutti hanno adottato quanto detto da Jean Claude Juncker: “Non ci sono neé vincitori né vinti” e in generale il vertice viene considerato positivo, anche da Hollande che ha fatto la voce grossa con la Gran Bretagna – il paese più intransigente – ma alla fine ha detto che “ci sono stati avvicinamenti”.
E’ chiaro però che “il vento del nord” spira forte: “Bruxelles continua a vivere come se fosse un universo parallelo” ha attacato Cameron: “Devono essere tagliati i costi amministrativi”.
Al presidente del consiglio Van Rompuy il compito di realizzare un’altra bozza di accordo: quando se ne riapalerà? una data unfficiale non esiste. Comunque, non prestissimo: a febbraio. E a quel punto Van Rompuy è convinto che “ci saranno i margini per un accordo”.