Il Papa alla chiesa siciliana: abbiate l'odore delle pecore

Bergoglio ha incontrato i vescovi siciliani per parlare della difficile situazione del Mezzogiorno: la chiesa locale deve dare una testimonianza più chiara e evangelica.

Il Papa alla chiesa siciliana: abbiate l'odore delle pecore
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20 Maggio 2013 - 19.20


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In Sicilia, la Chiesa locale deve «dare una testimonianza più chiara e più evangelica». Lo ha detto Papa Francesco, incontrando i vescovi siciliani. Lo rivela l’arcivescovo di Siracusa, monsignor Salvatore Pappalardo, intervistato dalla Radio Vaticana a margine della visita “ad limina” compiuta dalla Conferenza Episcopale Siciliana. Il tema era la presenza criminale e mafiosa nell’Isola e la necessità di fare crescere una cultura della legalità.

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In Sicilia, ha detto l’arcivescovo di Siracusa a Papa Francesco, «c’è un’attenzione per la Chiesa che non possiamo nascondere». La Chiesa – è stato il senso dell’invito del Papa – deve incoraggiare il tanto di buono che emerge, in un contesto difficile come quello della società siciliana.

Dai vescovi siciliani, la foto di una Sicilia «più reale, più obiettiva». Al Papa, ha detto l’arcivescovo di Siracusa, «abbiamo raccontato delle difficoltà economiche, che molte famiglie trovano difficoltà serie e obiettive, e che ritardano anche, per molti, la formazione della famiglia».

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«Il Papa – ha raccontato Pappalardo – ci ha ascoltato con attenzione. E ci ha raccomandato di stare molto vicini alla nostra gente. Ha anche ripetuto una frase significativa per un pastore: “Abbiate l’odore delle vostre pecore».

All’incontro, presente anche Bagnasco. «Le chiese del nostro Meridione continuano la loro lotta per la vita, che vuol dire anche “cultura della legalità”. È una missione faticosa e irta di ostacoli, osteggiata dalla malavita che continua a lucrare sulle difficoltà di questa splendida terra. E che, addirittura, vorrebbe espandere i suoi tentacoli nel vissuto del popolo cristiano con le sue tradizioni. Ma la Piovra «incontra presenze ferme e coraggiose!», ha detto il presidente della Cei.

Bagnasco, proseguendo a parlare dell’impegno della Chiesa nelle realtà più difficili del Mezzogiorno, ha detto:«Vogliamo confermare la nostra viva ammirazione e la convinta adesione ai confratelli impegnati in prima linea e, in questo momento, in modo particolare alla diocesi di Locri-Gerace, al suo pastore e all’intrepido parroco recentemente preso di mira da forze criminali». Poi, un pensiero alla prossima beatificazione di don Puglisi, «grande educatore e coraggioso testimone della fede fino al sacrificio della vita».

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