Via D'Amelio, Riina rivela: «Borsellino azionò la bomba che lo uccise»

Il capomafia lo ha confidato al suo compagno di ora d'aria, Alberto Lorusso. Il giudice attivò la bomba suonando a un citofono.

Via D'Amelio, Riina rivela: «Borsellino azionò la bomba che lo uccise»
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12 Marzo 2014 - 21.47


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Il telecomando che azionò la bomba di via D’Amelio era nascosto nel citofono di casa della madre di Paolo Borsellino. E fu proprio il giudice, suonando il campanello, a innescare l’ordigno che uccise lui e cinque agenti della scorta e che era nascosto in una Fiat 126 parcheggiata a pochi metri. È quanto confida Totò Riina al suo compagno di ora d’aria, Alberto Lorusso. La conversazione tra i due boss è stata intercettata dalla Dia.

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Neppure i racconti dei pentiti Gaspare Spatuzza e Fabio Tranchina sono stati utili a capire chi innescò l’ordigno. Ora Riina dice la sua verità e i magistrati di Caltanissetta sono già al lavoro per verificare se le dichiarazioni dell’ergastolano siano credibili.

Non è la prima volta che emerge l’ipotesi dell’innesco nascosto nel citofono. Le parole del boss dei Corleonesi, pronunciate a novembre con tono compiaciuto potrebbero rafforzare questa tesi e chiarire eventualmente quanto accadde in quel maledetto 19 luglio del 1992, 57 giorni dopo la strage che uccise Giovanni Falcone.

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