Ci sarà ancora da aspettare alcuni mesi, prima che gli atti declassificati relativi ai fatti di Ustica, Peteano, Italicus, Piazza Fontana, Piazza della Loggia, Gioia Tauro, Stazione di Bologna e rapido 904 vengano depositati all’Archivio di Stato e siano consultabili da parte di cittadini, storici, giornalisti, studiosi, associazioni. La stima arriva dal Dis e riguarda solo gli archivi di Aisi e Aise poichè ogni amministrazione dello Stato dovrà provvedere in via autonoma a inviare i propri documenti all’Archivio e, dunque, i tempi potrebbero essere diversi. La direttiva firmata ieri dal premier Matteo Renzi stabilisce il versamento anticipato di carte classificate, superando l’ostacolo posto dal limite minimo dei 40 anni previsti dalla legge, relative alle otto stragi.
Carte che si trovano oltre che negli archivi dei servizi segreti anche in quelli di diversi ministeri e delle singole forze di polizia. Servirà dunque un lavoro di ricerca e organizzazione da parte di ciascuna amministrazione che autonomamente e senza alcun coordinamento centrale invierà i documenti all’Archivio centrale. Il numero maggiore di atti si trova però presso gli archivi dei servizi segreti. «Aisi e Aise – spiegano fonti qualificate del Dis – verseranno all’Ufficio centrale archivi (Uca) del Dipartimento i documenti a loro disposizione. Spetterà poi all’Uca ordinare in ordine cronologico e scientifico le carte e versarle a sua volta, anche in formato digitale, all’Archivio di Stato». E se le Agenzie non inviassero tutti i documenti a loro disposizione? «Il Dis – spiegano – avrà un ruolo centrale di controllo e supporto tecnico, compresa la possibilità di avviare attività ispettive». In ogni caso si tratta di un lavoro lungo che richiederà «mesi. Pochi, ma mesi». Anche perchè la maggior parte dei documenti dovranno essere scannerizzati per poterli consultare in formato digitale.
Ma cosa c’è da aspettarsi? «Non ci saranno pistole fumanti – rispondono al Dis – Forse qualche sorpresa ci sarà, sicuramente delle chicche storiche». Si comincerà con le vicende più vecchie: i primi documenti che saranno a disposizione saranno dunque quelli riguardanti le stragi di Piazza Fontana, Gioia Tauro e Peteano. «Non ci saranno segreti sconosciuti – ribadiscono le fonti del Dis – ma tutti i cittadini potranno accedere agli archivi d’intelligence, in alcuni casi anche con un ampio anticipo rispetto ai tempi previsti dalla legge». Un discorso che vale anche per le altre amministrazioni, dal Viminale alle forze di polizia, dalla Difesa alla Farnesina, che ora dovranno ordinare gli eventuali documenti classificati in loro possesso e relativi alle otto stragi indicate dal governo ed inviarli all’Archivio, affinchè tutti possano consultarli.