Ocse: la scuola italiana ultima in Europa
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Ocse: la scuola italiana ultima in Europa

Secondo un recente rapporto, l'Italia raggiunge risultati migliori in termini di qualità piuttosto che di efficienza. Al 23esimo posto su 30.

Ocse: la scuola italiana ultima in Europa
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5 Settembre 2014 - 18.14


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L’Ocse boccia la scuola italiana e la “rimanda a settembre”, come si suol dire. Come spesso accade al nostro Paese, anche questa volta siamo gli ultimi nella classifica europea. Nonostante gli sforzi del Governo Renzi sulla riforma della scuola e per sfuggire alla condanna dell’Ue, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ritiene il nostro paese “poco efficiente” e “ultimo in Europa”.

Secondo il primo rapporto internazionale sull’efficienza della spesa per l’educazione, l’Italia si colloca al 23esimo posto nella classifica dove i dati si ottengono mettendo in rapporto i risultati dei test Pisa – il Programma per la valutazione internazionale dell’allievo – con il budget che ogni Paese stanzia per l’istruzione. Il rapporto internazionale su 30 Paesi Ocse è stato commissionato da un gruppo privato di Dubai, Gems education. A realizzarlo è stato Peter Dolton, esperto di economia dell’educazione della London School of Economics, insieme a Oscar Marcenaro Gutiérrez dell’Università di Malaga e Adam Still di Gems Education Solutions.

In pole position si colloca invece la Finlandia con l’87,8% di efficienza. Ma a sorpresa per una volta la Germania fa peggio di noi (25esimo posto). Dietro l’Italia troviamo: Portogallo, Spagna e Grecia, ma anche la Svizzera.

“Questo rapporto – osserva Andreas Schleicher dell’Ocse – getta uno sguardo rinfrescante sui dati comparativi a livello internazionale per esaminare le scelte di spesa fatte da quei paesi che stanno ottenendo i migliori risultati con meno risorse. Rompe il silenzio sull’efficienza dei servizi educativi. Mentre la spesa per ogni studente del mondo industrializzato è aumentata di oltre il 30% nell’ultimo decennio, il livello di apprendimento nella maggior parte dei paesi è rimasto piatto. Chi considera i servizi del settore educativo troppo importanti per essere misurati per la loro efficienza priverà molti giovani di un’istruzione migliore e una vita migliore”.

I paesi Ocse dello studio hanno speso ogni anno 2.200 miliardi di dollari per la scuola e la quota del Pil riservata all’istruzione è in aumento da decenni. In generale, secondo il rapporto, i Paesi che mostrano un’elevata efficienza riescono anche a raggiungere risultati educativi elevati. L’Italia rientra nel gruppo dei paesi “più efficaci che efficienti: raggiunge risultati migliori in termini di qualità piuttosto che di efficienza. Ciò potrebbe dipendere anche dal fatto che i suoi sistemi generano altri risultati che non vengono acquisiti dalle statistiche Pisa”.

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