Ong e intellettuali: apriamo le frontiere dell'Ue
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Ong e intellettuali: apriamo le frontiere dell'Ue

Una soluzione impopolare, secondo MobGlob e altre ong: ma aprire le frontiere dell'Ue potrebbe essere salutare per rilanciare l'economia e controllare i flussi.

Ong e intellettuali: apriamo le frontiere dell'Ue
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23 Aprile 2015 - 10.26


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Ci sarebbe un modo semplice per provare a sconfiggere i trafficanti di uomini ed evitare nuove tragedie del mare: aprire le frontiere. Secondo alcuni ricercatori universitari questo è il rimedio più ovvio, anche se forse uno dei più impopolare: “Liberalizzare gli ingressi in Europa permetterebbe di eliminare altre tragedie in mare” ha spiega François Gemenne, ricercatore che partecipa al progetto MobGlob che da anni lavora sulla gestione dei flussi migratori.

Stati Uniti e Marocco, Cina e Giappone, MobGlob sta studiando da anni vari casi di frontiera ha studiato vari casi, giungendo ad una conclusione: chi è determinato a partire, non può essere fermato. “Le migrazioni hanno cause strutturali. Inoltre, i migranti sono persone pronte a rischiare la vita, come abbiamo visto negli ultimi anni” continua Gemenne che con altri colleghi ha stilato un rapporto denso di cifre ed esempi, tra cui l’apertura del confine tra India e Nepal. “Contrariamente a quel che si pensa – ha spiegato spiegato Gemenne – l’esperienza insegna che non c’è un aumento dei flussi, ma solo una migliore circolazione dei migranti tra paesi”.

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Dunque, per MobGlob il [url”summit europeo del 23 aprile 2015″]http://www.globalist.es/Detail_News_Display?ID=72608&typeb=0&Il-fumo-della-Ue-distruggere-barconi[/url] non sarà risolutivo né per i migranti né per chi ha creato un business milionario sulla loro pelle.

In un appello congiunto molte ong, tra cui Oxfam Italia, Save the Children, Arci e Focsiv, hanno ribadito la richiesta di una nuova missione di salvataggio “Mare Nostrum” europea, la sospensione del regolamento di Dublino (che prevede la domanda d’asilo nel paese d’ingresso) e il reinsediamento dei migranti beneficiari di protezione internazionale.

Aprire i confini dell’Ue, “sarebbe invece il discorso economicamente e tecnicamente più saggio e lungimirante”, ha dichiarato Gemenne. Il Vecchio Continente, con il suo costante declino demografico, ha bisogno dei migranti, di lavoratori che mancano in molte imprese dell’Ue. Inoltre, hanno fatto notare sempre le ong, il dispiegamento di mezzi e uomini per fermare i migranti e gli scafisti ha un costo pubblico elevato, che potrebbe aumentare ancora con le prossime decisioni dell’Ue.

“Purtroppo l’agenda politica dei nostri governi è ostaggio delle forze xenofobe e populiste, senza un minimo ragionamento concreto e fattuale” ha concluso scoraggiato il responsabile del collettivo MobGlob. A Bruxelles infatti non sarà nemmeno presa in considerazione l’opzione di aprire le frontiere: i temi di cui si disceterà tra i 28 saranno affondare barconi, blocchi navali, aumento di pattugliamenti in mare, droni, ovvero tutte politiche che non salvano vite umane.

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