Liberazione: ora e sempre Resistenza

Nell'anniversario del 25 aprile attraverso le parole di Giancarlo Governi ricordiamo Ivo Livi, figlio di un esule antifascista, diventato famoso come Yves Montand.

Liberazione: ora e sempre Resistenza
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25 Aprile 2015 - 11.57


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Ci sono tanti modi per ricordare il 25 aprile e l’anniversario della Liberazione. Quest’anno abbiamo voluto farlo riproponendo “Bella Ciao” cantata da Yves Montand.
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In realtà si chiamava Ivo Livi ed è nato in Italia, fu costretto a imigrare in Francia perché il padre era perseguitato dal fascismo. Ecco la storia raccontata da Giancarlo Governi

di Giancarlo Governi

Sembra un paradosso ma il più francese degli artisti di Francia era nato a Monsummano Terme, in provincia di Pistoia, e si chiamava Ivo Livi. I suoi genitori dovettero emigrare dall’Italia perché socialisti e antifascisti. Nel 1923 quando, Ivo aveva due anni, proprio come il regime fascista, stanchi delle angherie dei fascisti locali che avevano incendiato il loro laboratorio di scope, furono costretti ad emigrare in Francia, a Marsiglia. La famiglia entra  a far parte della categoria dei “refugés italiens”,  che i francesi chiamano con una punta di disprezzo i “ritals”.

Il piccolo Ivo cresce come tutti i ragazzi francesi, frequenta le scuole francesi, gioca in mezzo alla strada dove fa le prime prove della vita. E quando deve scegliersi un nome francese si fa chiamare Montand ricordando i richiami della mamma a ritornare a casa, “Ivo monta… Ivo monta”.
Anche artisticamente Ivo si ispira al cinema americano ma anche alla canzone francese, fino a diventare un ottimo attore e sfruttando le sue doti canori e la sua voce calda e chiarissima e una abilissima gestualità, una straordinario chansonnier.

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Yves Montand non dimenticò mai però le radici socialiste della sua famiglia e si impegnò sempre in politica, partecipò alla Resistenza nella battaglia in cui i parigini cacciarono i tedeschi. Si sentì sempre un partigiano e quando partecipò a una trasmissione della televisione italiana ci regalò una bellissima e affettuosa versione di “Bella ciao”, la più famosa canzone dei partigiani italiani. Insieme a una dolcissima interpretazione di “Amor dammi quel fazzolettino”, un omaggio alla terra che gli diede i natali che non aveva dimenticato.


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