Giardiello sotto il metal detector: suonò ma nessuno controllò
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Giardiello sotto il metal detector: suonò ma nessuno controllò

Smentita l'ipotesi sostenuta finora. Il killer non entrò dall'ingresso degli avvocati, bensì da un varco normale e controllato. Nessuno perquisizione

Giardiello sotto il metal detector: suonò ma nessuno controllò
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16 Maggio 2015 - 12.07


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È incredibile quanto riporta il Corriere della Sera. Claudio Giardiello, l’imprenditore autore della strage – un triplice omicidio e due feriti – il 9 aprile scorso nel palazzo di Giustizia di Milano, potrebbe essere entrato in Tribunale non dall’ingresso riservato al personale, a giudici, avvocati ed impiegati, probabilmente con un tesserino contraffatto, ma da un ingresso normale dotato di metal detector che avrebbe suonato. All’ipotesi starebbe lavorando la Procura di Brescia.

Il killer non sarebbe entrato nell’unico varco privo di metal detector, in via Manara come si pensava dalla visione di un fotogramma delle telecamere interne. Sarebbe entrato – si evincerebbe da fotogrammi di scarsa qualità – da via San Barnaba: secondo la ricostruzione del quotidiano prima di lui una persona passa attraverso il metal detector che si illumina e le guardie dell’ingresso lo controllano con uno scanner manuale.

Poi sarebbe stato il turno di Giardiello il quale appoggia sul nastro trasportatore una borsa e poi entra nel metal detector: l’apparecchio si accende, ma le guardie non lo sottopongono allo scanner manuale e sembrerebbero avergli fatto cenno di passare. Giardiello ferì il nipote Davide Limongelli, uccise l’ex socio Giorgio Erba, l’avvocato-testimone Lorenzo Claris Appiani, ferì il commercialista Stefano Verna e infine uccise il giudice Ferdinando Ciampi.

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