Papa Francesco ai vescovi: denunciate la corruzione senza timidezza
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Papa Francesco ai vescovi: denunciate la corruzione senza timidezza

Il nuovo appello del Santo Padre agli uomini di Chiesa: dovete superare l'irrilevanza nei toni usati per sconfessare il malaffare.

Papa Francesco ai vescovi: denunciate la corruzione senza timidezza
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18 Maggio 2015 - 19.50


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Papa Francesco ha pronunciato il discorso di apertura dei lavori dell’Assemblea Generale della Cei. “Non essere timidi o irrilevanti nello sconfessare e nello sconfiggere una diffusa mentalità di corruzione pubblica e privata”. Secondo il Santo Padre, in Italia proprio tale mentalità corrotta “è riuscita a impoverire, senza alcuna vergogna, famiglie, pensionati, onesti lavoratori, comunità cristiane, scartando i giovani, sistematicamente privati di ogni speranza sul loro futuro, e soprattutto emarginando i deboli e i bisognosi”. Denunciare tutto questo è un dovere che deriva, ha scandito, “dalla sensibilita’ ecclesiale”.

“La sensibilità ecclesiale ci fa uscire, come buoni pastori, verso il popolo di Dio per difenderlo dalle colonizzazioni ideologiche che gli tolgono l’identità e la dignità umana”, ha sottolineato Francesco. Ma nel discorso pronunciato in apertura dei lavori il Pontefice ha osservato che “la sensibilità ecclesiale si manifesta anche nelle scelte pastorali e nella elaborazione dei Documenti, ove non deve prevalere l’aspetto teoretico-dottrinale astratto, quasi che i nostri orientamenti non siano destinati al nostro Popolo o al nostro Paese, ma soltanto ad alcuni studiosi e specialisti, invece dobbiamo perseguire lo sforzo di tradurle in proposte concrete e comprensibili”.

“La sensibilità ecclesiale e pastorale si concretizza anche nel rinforzare l’indispensabile ruolo di laici disposti ad assumersi le responsabilità che a loro competono”, ha affermato il Papa. Secondo Bergoglio, “i laici che hanno una formazione cristiana autentica, non dovrebbero aver bisogno del vescovo-pilota, o del monsignore-pilota o di un input clericale per assumersi le proprie responsabilita’ a tutti i livelli, da quello politico a quello sociale, da quello economico a quello legislativo! Hanno invece tutti la necessità del vescovo pastore”. “Consolare, aiutare, incoraggiare, senza alcuna distinzione, tutti i nostri fratelli oppressi sotto il peso delle loro croci”, ha chiesto ancora Francesco ai vescovi.

È questo, ha spiegato il Pontefice, il primo compito dei pastori: “accompagnarli, senza mai stancarsi di operare per risollevarli con la forza che viene solo da Dio”. Secondo Francesco, e’ urgente, infatti, portare “la gioia del Vangelo, in questo momento storico ove spesso siamo accerchiati da notizie sconfortanti, da situazioni locali e internazionali che ci fanno sperimentare afflizione e tribolazione”.

Il discorso integrale di papa Francesco Cari fratelli, vorrei innanzitutto esprimervi il mio ringraziamento per questo incontro e per il tema che avete scelto: l’Esortazione apostolica “Evangelii Gaudium”.

La gioia del Vangelo, in questo momento storico ove spesso siamo accerchiati da notizie sconfortanti, da situazioni locali e internazionali che ci fanno sperimentare afflizione e tribolazione – in questo quadro realisticamente poco confortante – la nostra vocazione cristiana ed episcopale è quella di andare contro corrente: ossia di essere testimoni gioiosi del Cristo Risorto per trasmettere gioia e speranza agli altri. La nostra vocazione è ascoltare ciò che il Signore ci chiede: “Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio” (Is 40, 1). Infatti, a noi viene chiesto di consolare, di aiutare, di incoraggiare, senza alcuna distinzione, tutti i nostri fratelli oppressi sotto il peso delle loro croci, accompagnandoli, senza mai stancarci di operare per risollevarli con la forza che viene solo da Dio.

Anche Gesù ci dice: “Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà rendere salato? A null’altro serve che a essere gettato via e calpestato dagli uomini” (Mt 5, 13). È assai brutto incontrare un consacrato abbattuto, demotivato o spento: egli è come un pozzo secco dove la gente non trova acqua per dissetarsi.

Oggi perciò, sapendo che avete scelto, quale argomento di questo incontro, l’Esortazione Evangelii Gaudium, vorrei ascoltare le vostre idee, le vostre domande, e condividere con voi alcune mie domande e riflessioni.

I miei interrogativi e le mie preoccupazioni nascono da una visione globale e soprattutto dagli innumerevoli incontri che ho avuto in questi due anni con le Conferenze Episcopali, ove ho notato l’importanza di quello che si può definire la sensibilità ecclesiale: ossia appropriarsi degli stessi sentimenti di Cristo, di umiltà, di compassione, di misericordia, di concretezza e di saggezza.

La sensibilità ecclesiale che comporta anche di non essere timidi o irrilevanti nello sconfessare e nello sconfiggere una diffusa mentalità di corruzione pubblica e privata cheè riuscita aimpoverire, senza alcuna vergogna, famiglie, pensionati, onesti lavoratori, comunità cristiane, scartando i giovani, sistematicamente privati di ogni speranza sul loro futuro, e soprattutto emarginando i deboli e i bisognosi. Sensibilità ecclesiale che, come buoni pastori, ci fa uscire verso il popolo di Dio per difenderlo dalle colonizzazioni ideologiche che gli tolgono l’identità e la degnità umana.

La sensibilità ecclesiale si manifesta anche nelle scelte pastorali e nella elaborazione dei Documenti, ove non deve prevalere l’aspetto teoretico-dottrinale astratto, quasi che i nostri orientamenti non siano destinati al nostro Popolo o al nostro Paese – ma soltanto ad alcuni studiosi e specialisti – invece dobbiamo perseguire lo sforzo di tradurle in proposte concrete e comprensibili.

La sensibilità ecclesiale e pastorale si concretizza anche nel rinforzare l’indispensabile ruolo di laici disposti ad assumersi le responsabilitàche a loro competono. In realtà, i laici che hanno una formazione cristiana autentica, non dovrebbero aver bisogno del Vescovo-pilota, o del monsignore-pilota o di un input clericale per assumersi le proprie responsabilità a tutti i livelli, da quello politico a quello sociale, da quello economico a quello legislativo! Hanno invece tutti la necessità del Vescovo Pastore!

Infine, la sensibilità ecclesiale si rivela concretamente nella collegialità e nella comunione tra i Vescovi e i loro Sacerdoti; nella comunione tra i Vescovi stessi; tra le Diocesi ricche – materialmente e vocazionalmente – e quelle in difficoltà; tra le periferie e il centro; tra le conferenze episcopali e i Vescovi con il successore di Pietro.

Si nota in alcune parti del mondo un diffuso indebolimento della collegialità, sia nella determinazione dei piani pastorali, sia nella condivisione degli impegni programmatici economico-finanziari. Manca l’abitudine di verificare la recezione di programmi e l’attuazione dei progetti, ad esempio, si organizza un convegno o un evento che, mettendo in evidenza le solite voci, narcotizza le Comunità, omologando scelte, opinioni e persone. Invece di lasciarci trasportare verso quegli orizzonti dove lo Spirito Santo ci chiede di andare.

Un altro esempio: perché si lasciano invecchiare così tanto gli Istituti religiosi, Monasteri, Congregazioni, tanto da non essere quasi più testimonianze evangeliche fedeli al carisma fondativo? Perché non si provvede ad accorparli prima che sia tardi sotto tanti punti di vista?

Mi fermo qui, dopo aver voluto offrire soltanto alcuni esempi sulla sensibilità ecclesiale indebolita a causa del continuo confronto con gli enormi problemi mondiali e dalla crisi che non risparmia nemmeno la stessa identità cristiana ed ecclesiale.

Possa il Signore – durante il Giubileo della Misericordia che avrà inizio il prossimo otto dicembre – concederci «la gioia di riscoprire e rendere feconda la misericordia di Dio, con la quale tutti siamo chiamati a dare consolazione a ogni uomo e a ogni donna del nostro tempo … Affidiamo fin d’ora questo Anno Santo alla Madre della Misericordia, perché rivolga a noi il suo sguardo e vegli sul nostro cammino» (Omelia 13 marzo 2015).

Ora lascio a voi il tempo per proporre le vostre riflessioni, le vostre idee, le vostre domande sulla Evangelii Gaudium e vi ringrazio di cuore!

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