Pedofilia: in manette 4 italiani, anche un sacerdote
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Pedofilia: in manette 4 italiani, anche un sacerdote

La polizia delle Comunicazioni ha individuato 223 utilizzatori di materiale illecito (29 in tutto gli italiani) in 35 Stati di ogni continente

Pedofilia: in manette 4 italiani, anche un sacerdote
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26 Maggio 2015 - 14.52


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È in corso una vasta operazione internazionale della polizia delle Comunicazioni, che ha bloccato una rete di pedofili con quattro misure di custodia cautelare in carcere, una delle quali riguarda un sacerdote, e ha individuato 223 utilizzatori di materiale illecito, di cui 29 italiani. Gli indagati sono residenti in ben 35 Stati di ogni continente. Oltre al sacerdote, in carcere anche sue disoccupati e un operaio, tutti di mezza età.

Il religioso è stato arrestato ad Alassio (in provincia di Savona) ed è stato portato in carcere. Si tratta di un uomo di 49 anni, che è accusato di “cessione aggravata” di materiale pedopornografico (Art. 600 e 602 del Codice penale), contestazione che prevede l’aver trattato materiale con “Minori di anni 16” e in “numero maggiore di tre”. Gli altri due finiti in manettes sono disoccupati e hanno 58 e 51 anni, mentre il quarto è un operaio e anche lui ha 51. Sono stati tratti in arresto a Bordighera (Imperia), Lariano (Roma) e Roma.

La rete criminale, si legge in un comunicato, era “dedita alla diffusione e alla cessione aggravata di materiali pedopornografici che hanno ad oggetto anche pesanti violenze ed atti sessuali in danno di minori degli anni dieci e di altri minori costretti tra di loro o con animali”. Le indagini sono state effettuate dal compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Milano.

Sono state inviate alle autorità degli Stati interessati, prosegue la nota, le informazioni relative a 204 utenti stranieri già individuati dal compartimento di Milano nel corso delle attività investigative, per valutare appropriate azioni in accordo alle legislazioni interne. “Le operazioni in campo internazionale hanno già restituito i primi riscontri sul coinvolgimento di cittadini stranieri nella produzione e nella diffusione di materiali pedopornografici. Nel corso degli interventi di oggi sono stati perquisiti e sequestrati numerosi computer, smartphone e dispositivi informatici ritenuti di estremo interesse ai fini della prosecuzione delle attività degli investigatori milanesi”. Le indagini proseguono, anche per l’individuazione e la tutela dei minori coinvolti.

“Le indagini, avviate nel 2012 e condotte per circa due anni, hanno avuto inizio monitorando gli spazi pubblici di alcuni siti web e in particolare taluni servizi di condivisione di immagini i cui criteri di raccolta e di proposta di visione tra certi utenti lasciava intravedere atteggiamenti sospetti per l’insistente richiamo a pose di minori. I luoghi virtuali per la pubblicazione delle proprie immagini personali, di cui si rimarca la conformità alla legge e la stretta policy interna contro la pedopornografia, finiva per rappresentare una sorta di anticamera per gli interessati alla pornografia minorile che si spostavano su altri canali di comunicazione per scambiare file multimediali illeciti, utilizzando a tal fine anche le caselle di posta elettronica”.

“Per la particolare segretezza delle comunicazioni fra gli stessi indagati, si è rivelata essenziale l’adozione delle tecniche speciali di investigazione previste della normativa italiana in materia di attività sotto copertura, intercettazione telematica e intercettazione telefonica. Puntando sulle effettive intenzioni di ricerca e di distribuzione dei materiali illeciti da parte degli utenti -conclude la nota- i modelli operativi hanno tenuto conto dell’evoluzione delle condotte criminose nello sviamento dei legittimi servizi della Rete, con l’obiettivo di individuare e disarticolare i gruppi che si avvalgono di sistemi di copertura per foraggiare il ”mercato della disponibilità” di materiali pedopornografici”.

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