Sei pacifista, hai fatto un corteo con la scuola? Niente lavoro a Expo
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Sei pacifista, hai fatto un corteo con la scuola? Niente lavoro a Expo

Expo laboratorio misterioso di atteggiamenti non democratici. La Cgil sta raccogliendo le denunce dei lavoratori contro gli illeciti di Expo.<br><br>

Sei pacifista, hai fatto un corteo con la scuola? Niente lavoro a Expo
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28 Maggio 2015 - 11.06


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Dentro l’Esposizione Universale di Milano si può lavorare solo se hai il nulla osta della Questura. Ovviamente non stiamo parlando di reati, di fedina penale sporca, ma di una banale nota sugli schedari. Per esempio, una segnalazione o una denuncia mai arrivate a processo. E queste bastano a privarti dell’autorizzazione all’ingresso della fiera.

[url”L’Espresso”]http://espresso.repubblica.it/attualita/2015/05/27/news/expo-i-lavoratori-entrano-solo-con-l-ok-della-questura-lo-stato-d-eccezione-all-esposizione-universale-1.214664?ref=fbpe[/url] ha raccolto varie testimonianze, la prima è quella di Anna, nome di fantasia ha come unica colpa aver partecipato alla “marce per la pace”.

La Cgil di Milano sta raccogliendo vari esposti: “500 casi di persone che avevano richiesto il pass per entrare alla fiera da dipendenti, giornalisti o interpreti e si sono viste negare il documento per ragioni sconosciute”.

Luca, sempre nome di fantasia, ha raccontato la sua storia a Radio Popolare: “Il 9 aprile sono stato assunto regolarmente da Coop Lombardia per lavorare al Supermercato del futuro, dentro Expo. Ho seguito la formazione teorica e l’addestramento pratico. Nessun problema fino al 30 aprile. Chiamati dall’azienda, io e altri due ragazzi – che poi ho scoperto essere nella mia stessa situazione – restiamo in attesa fuori dall’ufficio del personale. Quando entro mi dicono: Ci dispiace ma il nostro rapporto termina qui. Per ragioni a noi sconosciute la Questura ha negato il suo pass». Sono cascato dalle nuvole, ho chiesto spiegazioni, hanno detto che la Polizia non gliene aveva date. Solo che aveva «respinto la richiesta. Così mi hanno licenziato seduta stante dicendomi che ero stato assunto per l’Expo e il fatto di non poter entrare era sufficiente a lasciarmi a casa”.

Luca non ha precedenti penali ma come racconta lui stesso “da studente universitario ho partecipato alle proteste dell’Onda contro la riforma scolastica di Mariastella Gelmini e frequento spazi sociali”. Basta questo per diventare una minaccia alla sicurezza del Paese.
La domanda sorge spontanea: partecipare all’Onda o alle manifestazioni contro la guerra è un reato? Ovviamente non dovrebbe esserlo in una democrazia. Ma la democrazia a quanto pare è stata sospesa dentro i confini di Expo. Questa legge marziale viene giustificata dicendo che “Expo è un obiettivo sensibile, nonché sito di interesse strategico nazionale, per cui, per essere accreditati, occorre non aver mai commesso reati”.

“Ci sono molti casi in cui il bando da Expo non nasce da reati contestati o riconosciuti. Ma di semplici informative di polizia mai arrivate nel casellario penale”, spiega Antonio Lareno, segretario generale della Cgil di Milano: “Nessuna istituzione ci ha risposto su quali siano i criteri in base ai quali vengono negati o concessi i pass. Né è stato indicato quale ordinanza o disposizione di legge autorizzi Expo a fare questi controlli. E non è mai stato firmato alcun protocollo a riguardo. Per questo la Cgil sta inviando diffide alla società dell’Esposizione e alle aziende che licenziano per i “visti” negati. Dal nostro punto di vista queste procedure sono violazioni palesi dello statuto dei lavoratori sul diritto all’opinione e di quello della privacy”.

C’è anche chi come giornalista si è visto negare il pass stampa, ma se compra il biglietto ed entra come turista può liberamente accedere ai padiglioni. Qualcosa non torna. E ogni volta che si chiedono spiegazioni la risposta è sempre la stessa £la sua domanda non è passato al vaglio della Questura”.

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