“#MafiaCapitale: Buzzi pagava gli stipendi del Pd”. A scriverlo su Twitter questa mattina è stato Beppe Grillo. Sembrerebbe, infatti, che i soldi delle coop di Salvatore Buzzi (insomma quelli di Mafia Capitale) servissero per pagare il Pd romano.
Al centro delle indagini degli ultimi giorni anche i rapporti del ras della cooperativa 29 giugno con Marco Vincenzi, capogruppo del Pd alla Regione Lazio, che oggi si è dimesso: “Sono assolutamente estraneo da qualsiasi responsabilità e nell’interesse del gruppo Pd alla Regione, dell’Amministrazione regionale e del Partito Democratico mi dimetto da capogruppo”. Un altro tassello perso da Zingaretti dopo le dimissioni nel marzo scorso del suo ormai ex capo di Gabinetto Maurizio Venafro.
Gli ultii fatti – Gli inquirenti stanno seguendo anche il «cassiere» democratico Carlo Cotticelli, il quale avrebbe chiesto un versamento di almeno 6-7 mila euro per provare a colmare il buco nelle casse del partito.
Gli atti dell’indagine spiegano che il 9 settembre 2014 Buzzi ha parlato con i suoi collaboratori di un incontro con Lionello Cosentino, all’epoca segretario del Pd romano, facendo «riferimento alla richiesta di 6-7 mila euro avanzata da Cotticelli e alla consuetudine sistematica del primo di ogni mese di pagare stipendi a pubblici ufficiali».
L’incontro sarebbe stato documentato dalle intercettazioni: «Cotticelli spiegava che erano in estrema difficoltà, in quanto non erano riusciti a pagare gli stipendi di agosto e non sapevano cosa fare, quindi chiedeva a Buzzi se poteva aiutarli. Buzzi avrebbe promesso un assegno e poi chiesto a Cotticelli che tipo di ricevuta gli avrebbe lasciato.
Buzzi ai pm: io solo una vittima – Salvatore Buzzi l’11 marzo scorso, dal carcere di Nuoro ha inviato un’altra lettera al pm Paolo Ielo, uno dei magistrati del procura di Roma che indagano su Mafia Capitale. Una lettera densa e dettagliata in cui lancia anche accuse agli inquirenti. “Non riesco a capacitarmi – scrive – della violenza giudiziaria e di quella mediatica che ha fatto strame di quelle minime garanzie previste per l’indagato: sono gia’ stato condannato a mezzo stampa e oggetto di un linciaggio mediatico senza precedenti”.
Caos al Campidoglio: M5s protesta – ‘Fuori la mafia’, ‘Dimettetevi’, ‘Ve ne dovete andare’ si levano dalla folla che protesta sotto il Campidoglio. Davanti l’ingresso chiuso di Palazzo Senatorio sono accalcati i manifestanti, tra lavoratori della Roma Multiservizi e militanti del M5s, che chiedono di poter assistere alla seduta del consiglio comunale che oggi dovrebbe votare la surroga dei consiglieri decaduti dopo gli arresti per l’inchiesta di Mafia Capitale. In piazza anche alcuni esponenti di Ncd che chiedono: Elezioni subito.
Orfini, destre-M5s contro Marino come Buzzi – “In più di un’occasione Buzzi e i suoi sodali parlavano di Ignazio Marino come di un nemico. Non stupisce più di tanto, quindi, che quotidianamente le destre protagoniste della vergognosa gestione Alemanno alimentino una indegna gazzarra contro Marino. E non stupisce nemmeno che un partito il cui padrone ha dichiarato che la mafia non esiste chieda ripetutamente quello che chiedeva Buzzi, ovvero la cacciata di un sindaco che sta ripulendo la citta’”. Così il commissario del Pd Roma Matteo Orfini.
Santanchè: Marino deve fare un passo indietro – “Una parte degli stipendi dei dipendenti del Partito democratico di Roma sarebbero stati pagati da Salvatore Buzzi attraverso i soldi delle cooperative. Renzi è ancora convinto che Marino sia la vittima di questo sistema? In ogni caso il sindaco di Roma deve fare un passo indietro: è grave se era al corrente di tutto ciò, ma è ancora più grave se non lo era”. Lo ha detto Daniela Santanchè, deputata di Forza Italia.
Gasparri, dimissioni per Marino e Zingaretti – “Lo scioglimento del comune di Roma è inevitabile, sarebbe quindi il caso che Marino si dimettesse, stessa cosa dovrebbe fare Zingaretti. Le collusioni con l’attuale gestione del Comune e con l’attuale Consiglio sono palesi ed evidenti. Emergono giorno dopo giorno con il ruolo di molti, assessori, capigruppo ed esponenti di punta del partito democratico”. Così il senatore Maurizio Gasparri (FI) che ha definito “scandaloso quello che dice Sabella, un magistrato prestato a Marino per fare da foglia di fico”.
Secondo Gasparri “ancora più scandaloso l’atteggiamento di Cantone, presidente dell’Autorità anticorruzione”. “Dalle otto alle quattordici fa il moralista, – afferma il parlamentare – dalle quattordici alle venti fa il giustificazionista per conto di Renzi, giustificando ora Marino, ora De Luca. Siamo ad uno stravolgimento, della realta’ e del diritto”.
“Il fatto che lo scandalo coinvolga tutti i settori politici, – ha aggiunto Gasparri – e chi ha sbagliato dovrà pagare, a qualsiasi partito appartenga, non ci impedisce di chiedere un atto di trasparenza. Le collusioni sono sotto gli occhi di tutti. Buzzi ha pagato perfino gli stipendi dei dipendenti del Partito Democratico. Persone sono state certamente elette in tutte le liste grazie ai soldi ottenuti da Buzzi. L’infiltrazione quindi è palese. Per molto meno sono stati sciolti comuni piccoli e grandi. Se non lo si facesse saremmo ad una responsabilità penale che dovremmo denunciare nelle sedi competenti. Ecco perche’ le dimissioni sono un atto di saggezza che eviterebbero un braccio di ferro inevitabile. Uomini e donne avvisati, mezzo salvati”.
Lucherini (Pd): Da Vincenzi gesto di responsabilità – “Intendo esprimere la mia solidarietà e vicinanza umana, ancor prima che politica, a Marco Vincenzi, dimessosi da capogruppo del Partito democratico in consiglio regionale senza aver ricevuto alcun avviso di garanzia e senza che le ricostruzioni giornalistiche gli attribuiscano fatti penalmente rilevanti”. Lo ha dichiarato in una nota Carlo Lucherini, senatore del Partito Democratico.
“Conosco Marco come amministratore serio ed onesto – continua Lucherini – che ha dato prova di grande capacità sia come sindaco di Tivoli che come assessore alla Provincia di Roma e da ultimo come capogruppo del Partito democratico in consiglio regionale”.
“Il gesto di dimettersi, pur avendo respinto egli stesso ogni coinvolgimento ed avendo chiarito le circostanze per cui è chiamato a rispondere, dimostrano il suo profondo senso di responsabilità e attaccamento nei confronti delle istituzioni e del Partito democratico. Confido che nel prosieguo dell’indagine egli saprà dimostrare la sua totale estraneità ai fatti”, ha concluso.