Che grande Papa: i popoli hanno pagato il salvataggio delle banche

L'enciclica Laudato si' presentata oggi contiene due appelli: proteggere la Terra e cambiare modello di sviluppo per renderlo sostenibile e integrale.

Papa Francesco
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18 Giugno 2015 - 12.14


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Riscaldamento globale, cambiamento climatico, inquinamento dell’ambiente, innalzamento dei mari, impoverimento della biodiversità, distribuzione iniqua del cibo, la carenza e il diritto di tutti all’acqua, lo squilibrio tra Nord e Sud del mondo, il dominio della finanza e del consumismo, il rischio di guerre sulla pelle dei più deboli: sono questi i temi dell’enciclica di Papa Francesco, presentata oggi, 18 giugno 2015, e dal titolo emblematico di “Laudato si'”.

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Già nell’incipit è chiaro il messaggio che il Pontefice vuole dare: è necessario ascoltare “il grido della terra e il grido dei poveri”: Per questo il Papa nel testo si è rivolto “a ogni persona che abita questo pianeta” e ha invocato una “conversione ecologica” di tutti: “A nulla ci servirà descrivere i sintomi, se non riconosciamo la radice umana della crisi ecologica. Propongo pertanto di concentrarci sul paradigma tecnocratico dominante e sul posto che vi occupano l’essere umano e la sua azione nel mondo”.

Ricorda il Santo Padre, San Francesco d’Assisi, nel Cantico delle Creature, parlava della terra come “madre” e “sorella”, mentre Sant’Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù, invitava a “cercare Dio in tutte le cose”: sono questi due punti chiave del messaggio green.

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Quella di Papa Francesco è la seconda enciclica, la prima che sia sua per intero (la Lumen Fidei del 2013 era scritta “a quattro mani” con Benedetto XVI): “Questa sorella protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla”. Ma l’uomo non è il padrone della natura: “Noi non siamo Dio. La terra ci precede e ci è stata data”. Ogni creatura della Terra ha un valore e un fine in sé nella creazione. La natura non è a disposizione dell’uomo, non è un oggetto solo da sfruttare, ma va protetta: “Il potere collegato con la finanza è quello che più resiste a tale sforzo, e i disegni politici spesso non hanno ampiezza di vedute”.

Il pontefice ha inoltre parlato del “debito ecologico” nel Nord ricco nei confronti del Sud del mondo e chiede un cambiamento degli stili di vita viziati dal “consumismo ossessivo” ed “estremo”. L’encliclica è stata pubblicata, non a caso, prima della Conferenza sul clima di Parigi di fine anno, scritta in un linguaggio semplice e che si rivolge a tutti.

“Mai un’enciclica ha suscitato tanto interesse mediatico”, ha detto il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi. Si pone però il problema della rottura dell’embargo tre giorni prima della sua pubblicazione ufficiale e la sospensione a tempo indeterminato dalla Sala Stampa della Santa Sede del vaticanista dell’Espresso Sandro Magister. In Vaticano si analizza ancora il motivo della rottura dell’embargo sul documento di Bergoglio. Non è la prima volta che avviene, ma nei sacri palazzi c’è il sospetto di un sabotaggio, strana infatti sarebbe la storia della lettura del testo come fosse una specie di Cantico delle creature del XXI secolo, eclissando le forti denunce della finanza e della politica mondiale.

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Testo INTEGRALE dell’enciclica


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