Acido, Martina: io e mio figlio da Don Mazzi
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Acido, Martina: io e mio figlio da Don Mazzi

La giovane mamma ha potuto rivedere il figlio. La richiesta di Alexander Boettcher è stata per adesso respinta

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20 Agosto 2015 - 16.38


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“La scelta del Tribunale mi sembra equilibrata, nel dramma di una decisione difficilissima: stringe il cuore pensare a questo bimbo che inizia la sua vita così”. Lo ha detto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin in merito alla decisione del Tribunale dei minori di Milano che ha consentito a Martina Levato, condannata a 14 anni per le le aggressioni con l’acido ai suoi ex fidanzati, di vedere una volta al giorno il suo bambino appena nato, ma ha anche avviato la procedura per la adottabilità.

Per problemi burocratici nella procedura di riconoscimento, il tribunale di Milano ha respinto invece la richiesta di Alexander Boettcher di vedere suo figlio. L’istanza è stata respinta perché l’uomo non è ancora formalmente riuscito a riconoscere il bimbo, l’iter burocratico della pratica è ancora in corso. Il riconoscimento, peraltro, dovrebbe essere formalizzato oggi.

“Perché non glielo fanno vedere? Deve poterlo vedere, ha il diritto”, ha poi chiesto Martina al suo legale, l’avvocato Stefano De Cesare. La ragazza ha visto il suo bimbo anche oggi ed è “entusiasta”. La Levato ha poi chiesto di essere trasferita assieme a suo figlio in una delle comunità di Don Mazzi o in alternativa all’Icam, istituto per madri detenute con figli. Nella giornata di venerdì i legali della 24enne dovrebbero formalizzare una istanza in tal senso.

Don Antonio Mazzi, dal canto suo, non si spiega come mai non si parli di questo ‘dolore’, perché Martina sembra davvero pentita. “Ha mostrato subito i segni di pentimento – ha spiegato – è che nessuno li ha mai rilevati. Hanno pensato fosse una manfrina, ma non è vero. Sia lei, sia i suoi genitori sono le prime cose che hanno detto. Ma qui hanno interesse a rilevare solo alcune cose, quelle che creano scandalo e casino, invece di cercare di mettere un po’ di calma, serenità e ragionare con la testa. Ho parlato io con i genitori ed è così”

“Noi siamo pronti ad accogliere la mamma con il bambino: lo abbiamo detto in passato e lo confermiamo anche oggi”, ha assicurato il religioso. “Lo abbiamo dichiarato senza incertezze e ripetuto in tutti i toni. Vedremo cosa deciderà il giudice, per il momento sono soltanto ipotesi. Nel caso, la struttura che potremo dedicare alla giovane e al suo bambino sarà adatta e soprattutto riservata, per consentire la sua uscita da questo can-can mediatico”.

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