La figlia dei coniugi assassinati a Palagonia: colpa dello Stato

Si sfoga Rosita Solano dopo l'omicidio della coppia di 70enni durante una rapina: è lo Stato che permette ai migranti di venire qui. Ieri fermato un profugo ivoriano

La figlia dei coniugi assassinati a Palagonia: colpa dello Stato
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31 Agosto 2015 - 12.13


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“E’ anche colpa dello Stato se i miei genitori sono stati uccisi perché permette a questi migranti di venire qui da noi e di fargli fare quello che vogliono, anche rapinare e uccidere” così si sfoga Rosita Solano, una delle figlie di Vincenzo Solano e Mercedes Ibanez, i [url”coniugi uccisi “]http://www.globalist.es/Detail_News_Display?ID=77844&typeb=0&coppia-uccisa-nel-catanese-lui-sgozzato-lei-lanciata-dal-balcone[/url] nella loro villetta di Palagonia, nel Catanese. “Renzi venga qui e mi spieghi, mi dia delle risposte, delle sue scuse non so che farmene, i miei genitori sono morti, è anche colpa dello Stato”, continua la donna.

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La reazione avviene all’indomani della tragedia: Vincenzo Solano, 68 anni, è stato sgozzato, la moglie, una spagnola di nome Mercedes, aveva 70 anni ed è stata lanciata dal balcone. Il movente sarebbe una rapina.

In relazione al delitto è stato fermato un ivoriano di 25 anni che era ospitato nel Cara di Mineo: l’uomo aveva addosso i vestiti della vittima, e nel borsone nascondeva un cellulare e un pc rubati dalla villetta di Palagonia.
E propio al rientro dell’ospite, durenate i controlli in ingresso al Cara di Minero quando sono stati trovati gli oggetti in questione, che sono state avviate le indagini.

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“Non dovevano morire così, ammazzati. Per che cosa? Per due cellulari, per una telecamera, per un computer? – continua la figlia dei coniugi Solano – No… mio padre non aveva niente, nè cassaforte, nè niente. Ma anche se l’avesse avuta, se la portavano, li lasciavano legati, imbavagliati, ma vivi. E invece no: cosa avevano fatto questi poverini? Una vita di sacrifici per costruirsi una casa. Adesso che l’avevano finita se la potevano godere e invece no…”.

Si è espresso anche Francesco, il nipote dei Solano, che pone l’accento sulle conseguenze dell’atto: “hanno creato un odio adesso… Se prima c’era un qualcosa di sopportabile, da quello che mi hanno detto i miei paesani, hanno creato un paese di razzismo dove cosa potrebbe succedere nei prossimi giorni non lo so…”.

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