La Lega frena sul coronavirus? Lombardi e veneti sono diventati gli 'africani' da discriminare
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La Lega frena sul coronavirus? Lombardi e veneti sono diventati gli 'africani' da discriminare

Basta rileggere le cronache dei mesi scorsi per vedere come la destra immaginava virus in arrivo da barconi e migranti, chiedeva frontiere chiuse. E adesso che gli 'infetti' sono al nord Italia si accordono quanto è brutto essere schifati

Salvini, Zaia e Fontana
Salvini, Zaia e Fontana
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27 Febbraio 2020 - 17.20


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Ora l’ordine di scuderia è quello di ridimensionare, di rivedere le misure, di non farsi prendere dal panico.
Del resto se un giornale di estrema destra che Libero l’altro giorno parlava di prove tecniche di strage e oggi dice che si sta esagerando.
Ma al di là della disinvoltura con la quale quella testata cambia posizione, quello che negli ambienti parlamentari si sa benissimo è che la retorica salviniana con la quale Capitan Nutella e i suoi hanno accompagnato la nascita del problema dal Cina si è rivelata un boomerang.
Il 31 gennaio il capo della Lega diceva: “Frontiere aperte, incapaci al governo”. Il giorno successivo il ministro della Salute doveva replicare alle esagerazioni di Salvini.
Ma Salvini ha insistito fino a chiedere frontiere sigillate (ha detto proprio sigillate) ossia una misura che se fosse stata adottata avrebbe provocato in due giorni la totale paralisi del paese con danni economici e di immagine incalcolabili.
Ma soprattutto basta guardare indietro per vedere che per tutto gennaio e inizio febbraio la destra e la stampa di destra avevano lanciato una campagna preventiva contro migranti e africani, sostenendo (con una bella dose di faccia di bronzo) che siccome i cinesi hanno grandi interessi in Africa e siccome l’Africa non ha un sistema sanitario degno di questo nome, allora l’infezione sarebbe arrivata dal continente nero. 
E quindi chiudere i porti, blocchi navali, respingimenti e altro.
Il caso ha voluto che l’Africa (al meno per ora) sia rimasta sostanzialmente immune dal coronavirus mentre i focolai sono apparsi in Lombardia e Veneto.
E così lombardi e veneti (e poi gli italiani) sono diventati i nuovi africani.
A Ischia il video in cui si vede la signora inveire contro i turisti del nord, altrove i residente di quelle regioni respinti e Lombardia e Venero, due regioni che sono il cuore del leghismo si sono trovate nella tempesta.
I danni economici e di immagine sono stati così tanti che nemmeno una settimana dopo sia Fontana che Zaia si sono resi conto che la linea Salvini (che poi il governo in parte ha adottato per mettersi al riparo dalle speculazioni della destra) era una sciagura peggiore del virus.
Insomma, lombardi e veneti sono diventati gli africani. E d’improvviso i teorici dei porti chiusi e dei respingimenti indiscriminati condannano se gli altri fanno agli italiani quello che loro normalmente fanno agli immigrati.
E diventano garantisti e capiscono che finire nel vortice non è bello. Quindi si cambia linea. Del resto da un ex indipendentista e comunista padano oggi diventato alfiere del tricolore e dell’estrema destra cosa ci si poteva aspettare?

E. Con.

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