L'infettivologo Galli: "Gli operatori sanitari sono i più esposti al contagio"
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L'infettivologo Galli: "Gli operatori sanitari sono i più esposti al contagio"

Lo dice Massimo Galli, professore ordinario di Malattie Infettive all' Università Statale di Milano e primario dell' Ospedale Sacco del capoluogo lombardo.

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6 Marzo 2020 - 10.14


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L’epidemia è stata senza dubbio amplificata da un ospedale “ma è bene precisare che è iniziata chiarissimamente fuori dalle strutture sanitarie. Quando e’ arrivato il primo paziente nessuno poteva riconoscere il virus”.
Lo dice Massimo Galli, professore ordinario di Malattie Infettive all’ Università Statale di Milano e primario dell’ Ospedale Sacco del capoluogo lombardo, in un’intervista a Il Messaggero. Gli operatori sanitari sono più esposti al contagio: “attualmente ci sono almeno 3mila tra medici e infermieri che gia’ risultano essere stati contagiati in Cina”. Per quanto riguarda l’Italia “in questo momento non e’ possibile stabilire quanti medici o infermieri abbiano contratto il virus. Cio’ che so con certezza e’ che non ne abbiamo riscontrati nel nostro ospedale”. Le strutture sanitarie “possono agire da cassa di risonanza per la diffusione del virus” ma “per trattare questo genere di pazienti abbiamo regole e protocolli che funzionano come utilizzare tutti i dispositivi individuali di protezione. Si tratta dell’unico modo per evitare che il personale sanitario venga infettato ed evitare il peggio”. In questo momento “tutta la sanita’ italiana e’ sottoposta a un grandissimo stress e dobbiamo essere consapevoli che siamo fortunati perche’ ci troviamo in una delle aree piu’ avanzate d’ Europa a livello sanitario”. Non ci sono stati, “se non per brevissimi momenti, problemi seri di approvvigionamento dei materiali. E anche oggi stiamo tenendo botta in una situazione che e’ difficile per noi come lo e’ per molti altri ospedali. Noi poi siamo preparati da anni per questo tipo emergenze”. Da tempo “avevamo messo per iscritto una serie di piani, siamo in grado di poter adeguare la nostra risposta”.

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