Coronavirus, positivo un prelato che vive a Santa Marta, dove abita il Papa
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Coronavirus, positivo un prelato che vive a Santa Marta, dove abita il Papa

Si tratta di un monsignore italiano in servizio presso la Segreteria di Stato vaticana che è risultato positivo al coronavirus ed è stato portato in ospedale

Papa Francesco
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25 Marzo 2020 - 22.41


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Speriamo non accada nulla di male: un monsignore italiano in servizio presso la Segreteria di Stato vaticana è risultato positivo al coronavirus e portato in ospedale.
Il prelato vive da tempo a Casa Santa Marta, la stessa residenza vaticana dove abita papa Francesco: per l’edificio e i suoi abitanti sono state adottate le misure di prevenzione previste dai protocolli. Si tratterebbe del quinto contagiato dal Covid-19 in Vaticano. 
Salgono quindi a cinque i casi di positività Oltretevere. Martedì il Vaticano aveva ufficializzato la situazione: “Allo stato attuale sono quattro i casi di positività al coronavirus riscontrati: oltre al primo di cui si è data precedentemente notizia, si tratta di un dipendente dell’Ufficio Merci e di due dipendenti dei Musei Vaticani”, aveva detto il direttore della Sala Stampa, Matteo Bruni.
 “Le quattro persone erano state poste in isolamento in via cautelativa prima che risultassero positive al test e il loro isolamento dura ormai da oltre 14 giorni; attualmente sono in cura in strutture ospedaliere italiane o presso la propria abitazione”, aveva spiegato. Anche mercoledì papa Francesco è tornato sul Covid-19: in tempo di pandemia va rilanciato il “Vangelo della vita”, poiché per la Chiesa la difesa della vita “non è un’ideologia”, bensì “una realtà umana che coinvolge tutti i cristiani”.
Nell’udienza generale trasmessa in diretta video dalla Biblioteca del Palazzo apostolico, il Papa ha ricordato che esattamente 25 anni fa “San Giovanni Paolo II promulgava l’Enciclica ‘Evangelium vitae’, sul valore e l’inviolabilità della vita umana”, e “oggi, ci troviamo a rilanciare questo insegnamento nel contesto di una pandemia che minaccia la vita umana e l’economia mondiale”.
 A mezzogiorno, poi, sempre in video dalla Sala della Biblioteca, il Pontefice prega il Padre Nostro in contemporanea, su suo invito, con i leader e i fedeli di tutte le Chiese e le Comunità cristiane (mentre di un altro momento di preghiera sarà protagonista venerdì alla 18 dal sagrato di San Pietro, davanti alla piazza vuota, con speciale benedizione Urbi et Orbi e annessa indulgenza plenaria). “Come figli fiduciosi ci rivolgiamo al Padre – afferma introducendo ‘la preghiera che Gesù ci ha insegnato’ -. Lo facciamo tutti i giorni, più volte al giorno; ma in questo momento vogliamo implorare misericordia per l’umanità duramente provata dalla pandemia di coronavirus. E lo facciamo insieme, cristiani di ogni Chiesa e Comunità, di ogni tradizione, di ogni età, lingua e nazione”.

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