La dura accusa dell'Oms all'Italia; "Un massacro nelle case di riposo in Italia"
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La dura accusa dell'Oms all'Italia; "Un massacro nelle case di riposo in Italia"

Ranieri Guerra: "Il tema delle strutture extra ospedaliere è fondamentale, serve una revisione per un adeguamento progressivo non solo degli standard di cura ma anche dei percorsi di presa in carico"

Ranieri Guerra dell'Oms
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15 Aprile 2020 - 16.38


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Parole dire: la giornata registra un durissimo intervento dell’Oms sull’Italia. “Un massacro”, così Ranieri Guerra dell’Organizzazione mondiale della sanità definisce quanto accaduto e sta ancora accadendo agli anziani colpiti da Covid 19 nelle Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) in Italia. Un
atto d’accusa da chi è anche consulente del ministro della Salute, ma che come direttore generale aggiunto dell’Oms chiede conto proprio al governo di “cosa sia successo e come mai”. “Un massacro” con centinaia, probabilmente migliaia di morti nelle case di cura – mancano dati specifici, a differenza della Francia -, di cui il Pio Albergo Trivulzio di Milano è solo il caso più eclatante.
 “Il tema delle strutture extra ospedaliere è fondamentale, servono un ripensamento e una revisione per un adeguamento progressivo non solo degli standard di cura ma anche dei percorsi di presa in carico – argomenta Guerra -. Il massacro che abbiamo visto nelle Rsa dev’essere un’occasione da non disperdere per ripensare ad assistenza e cura”.
I dati della protezione civile
L’incremento dei casi totali di persone positive al Covid-19 in Italia rispetto a ieri è di 2.667. Il numero delle vittime in più è diminuito, con 578 nuovi morti rispetto ai 602 di ieri. Sono 38.092 le persone guarite in Italia dopo aver contratto il coronavirus, 962 più di ieri. Il dato è stato reso noto dalla Protezione civile. Ieri l’aumento dei guariti era stato di 1.695.
Lombardia
La Regione Lombardia ha chiesto al Governo di poter riaprire le attività produttive il 4 maggio, nel rispetto delle nuove norme di sicurezza: distanza di un metro tra le persone, obbligo di mascherina per tutti, obbligo di smart working per le attività che lo possono prevedere e test sierologici, che inizieranno dal 21 aprile grazie agli studi in collaborazione con il San Matteo di Pavia. Il piano per una ‘nuova normalità’ è indicato in una nota della Regione. 
Piemonte
Il Piemonte distribuirà mascherine a tutti i cittadini prima di renderle obbligatorie. La giunta ha approvato un provvedimento che stanzia sei milioni di euro per l’operazione che venerdì sarà approvato in via definitiva. “Abbiamo pronto l’acquisto di 5 milioni di mascherine lavabili per tutti  – spiegano il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, insieme all’assessore alla Protezione civile Marco Gabusi e alla Sanità Luigi Icardi -. Ad aggiudicarsi la gara realizzata attraverso SCR sono state tre aziende del Piemonte. Insieme a Poste italiane e alle associazioni che rappresentano gli enti locali stiamo definendo le modalità migliori per organizzare la distribuzione alle famiglie su tutto il territorio. Ringraziamo tutti i Capigruppo del Consiglio regionale per la sensibilità dimostrata e la generosità di chi ci ha permesso con le proprie donazioni di coprire la spesa. Prima di rendere le mascherine obbligatorie era, infatti, fondamentale poterle garantire a tutti, ancor più in vista della fase di ripartenza”.

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