Chi è davvero cristiano salva persone in mare, non insiste per andare a Messa in piena pandemia

L'uso che Salvini e i fascio-sovranisti stanno facendo della religione è rivoltante e va contro tutto ciò che è insegnato dal cristianesimo.

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Giuseppe Cassarà Modifica articolo

29 Aprile 2020 - 15.33


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La retorica del #TorniamoLiberi è non solo stupida ma criminale. Parte da un assunto del tutto pretestuoso, ossia che il Governo ci stia deliberatamente tenendo in casa, parafrasando Giorgia Meloni, perché gli va. E non perché c’è un virus che ha fatto più di 27mila morti e che continuerà a uccidere, facendo pagare all’Italia un tributo devastante.

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Ma a chi vive la quarantena come una punizione si sono aggiunti, dopo essere rimasti sopiti per quasi due mesi, anche i ferventi cattolici. Intendiamoci, Salvini e i suoi santi inquisitori erano già partiti a Pasqua con la scemenza di riaprire le Chiese, con l’argomento cardine di tutti i populismi: “Le tabaccherie sì e le chiese no”. Sembra difficile dover giustificare una scelta del genere, ma in realtà è molto semplice. L’Italia, è bene che tutti lo ripetiamo almeno una volta al giorno, è un paese laico. Significa, per i distratti, che non c’è una religione di stato, e che tutte le fedi sono equiparate davanti alla legge. Per lo Stato italiano (ora ai sovranisti prenderà un colpo), Islam e Cristianesimo hanno stessa dignità. Come anche il buddhismo, il rastafarianesimo, il taoismo, la wicca e qualunque altra fede mai inventata sulla Terra. Aprire solamente le chiese significherebbe venire meno a un principio garantito in quella stessa Costituzione che i sovranisti stanno sbandierando in queste ore – senza averla, probabilmente, mai letta – per difendere la libertà inviolabile dell’articolo 13, dimenticando l’articolo 19, la libertà di culto. Dove libertà non vuol dire fregarsene della pandemia per celebrare la messa, ma significa che ogni religione ha la sua uguale dignità davanti alla legge. Due cose molto, molto diverse.

Ma limitando il discorso esclusivamente ai cattolici praticanti che fremono per tornare a prendere la comunione, gli servirebbe un ripasso del loro testo sacro: “La casa del Signore siamo noi. Dio non abita in Templi fatti da mano d’uomo” (Atti 7:48). In altre parole: pregare si può fare anche nella cucina di casa propria e andare in Chiesa, mentre circola un virus che ha ucciso 27.000 (ventisettemila) persone è solo ed esclusivamente un capriccio.

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Certo, poi sarebbe bello vedere i cattolici battersi in questo modo il petto quando si tratta di salvare persone dal Mediterraneo. Anche quello è un insegnamento di un signore molto importante per il cristianesimo, uno che diceva ‘ama il prossimo tuo’. Ma per capire il livello di ‘fede cristiana’ in Italia, basti ricordare che Salvini, sventolando i rosari, diceva che il ‘prossimo’ era quello più vicino a te. Come dire, ama il vicino di casa. Capiamo bene che, in un paese del genere, il cristianesimo non è una fede, è folklore. 

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