"Terrorista datti fuoco": uno tsunami di odio contro l'infermiere di Cremona
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"Terrorista datti fuoco": uno tsunami di odio contro l'infermiere di Cremona

Luca Alini con un post aveva denunciato il rischio di un ritorno del virus. Una parziale smentita della Asst ha fatto partire l'ondata: "Volevo che la gente ci aiutasse rispettando regole e distanziamento. Tutto qui”.

Luca Alini, infermiere di Cremona in prima linea contro Covid-19
Luca Alini, infermiere di Cremona in prima linea contro Covid-19
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12 Luglio 2020 - 10.21


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Il tribunale unico dei fascio-negazionisti e No Vai lo ha condannato senza appello: un terrorista.
Un po’ come fa Erdogan con chiunque non la pensi come lui: un terrorista.
Aveva scritto un post per ricordare che “il coronavirus non si è dimenticato di fare il suo lavoro”. E lo aveva fatto perché “in reparto abbiamo ricominciato a ricoverare pazienti Covid” anche se “la cosa è limitata, non come a febbraio o marzo o l’inizio di aprile”.
Ora, però, l’infermiere dell’ospedale di Cremona il cui sfogo con selfie in mascherina su Facebook era diventato virale è finito nel mirino degli utenti che lo hanno accusato di aver “mentito”, di essere “un bugiardo” e “una m….”, e di aver contribuito a “diffondere il terrore”.
Il motivo di tanto astio? La precisazione arrivata in seguito alla viralità del post prima dall’Asst dal direttore sanitario della struttura, Rosario Canino: “La premessa d’obbligo è che siamo lontani anni luce dalla crisi di marzo-aprile. Possiamo definirla una situazione abbastanza tranquilla, attenzionata ma tranquilla. Da venerdì scorso – aveva spiegato ieri – abbiamo avuto dei ricoveri, in tutto parliamo di 10 pazienti, 8 in Malattie infettive e due in Pneumologia. Di questi ultimi solo uno è in ventilazione non invasiva col casco. Le condizioni di tutti sono stabili e non c’è preoccupazione né si deve fare allarmismo”.
Precisazioni che gli utenti non hanno preso bene, accusando Luca Alini – questo il nome dell’infermiere – di aver “generato terrore” fra i cittadini, provati da mesi di pandemia. E così è partito l’assalto al profilo Facebook di Alini, che ha nascosto il post diventato virale e lasciato visibile e commentabile scritti meno recenti insieme a un nuovo post pubblicato dopo “il bailamme”.

Insieme a qualche attestato di stima, è lì che si concentrano la maggior parte degli insulti: “Fai schifo”, “buongiorno con un bel vaffa”, “patetico”, “sei da denuncia”, “ti devono licenziare”, “terrorista”, “datti fuoco”, “uomo di m….”, sono solo alcuni dei commenti ai quali, almeno finora, l’infermiere ha deciso di non replicare.

Dopo gli insulti Alini ha nascosto il post (non rimosso) e ha spiegato il senso delle due parole: “Una settimana prima avevamo liberato Pneumologia dall’ultimo paziente. Sette giorni dopo ne abbiamo ricoverati due, di lì a poco i degenti sono diventati dieci in tutto l’ospedale. L’incubo era uno: vivere la stessa situazione un’altra volta. Ho scritto quelle righe di getto alle dieci di sera prima di tornare a casa, le ho pubblicate. Volevo che la gente ci aiutasse rispettando regole e distanziamento. Tutto qui”.

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