Dopo l'appello di Salvini ad andare tutti a Catania disposte misure di sicurezza in tribunale
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Dopo l'appello di Salvini ad andare tutti a Catania disposte misure di sicurezza in tribunale

Il campione internazionale di vittimismo ha chiesto a parlamentari a fan di essere nella città il prossimo 3 ottobre giorno dell'udienza davanti al Gip per sequestro di persona

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16 Settembre 2020 - 15.13


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Da ex ministro dell’Interno avrebbe dovuto sapere che invitare i suoi sostenitori a trasformare Catania in un bivacco di estremisti di destra sovranisti avrebbe comportato qualche preoccupazione dei ordine pubblico.

Così la Corte d’appello e la Procura Generale di Catania ha disposto misure di sicurezza per il prossimo 3 ottobre, quando davanti al presidente dei Gip etnei, Nunzio Sarpietro, si terrà l’udienza preliminare per la richiesta di rinvio a giudizio per sequestro di persona dell’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini.

L’inchiesta riguarda la gestione nello sbarco di 131 migranti bloccati a bordo di nave Gregoretti, della Guardia Costiera italiana, da 27 luglio al 31 luglio 2019, fino a quando giunse l’autorizzazione allo sbarco nel porto di Augusta, nel Siracusano.

L’udienza preliminare, disposta dopo l’autorizzazione a procedere concessa dal Senato e la conseguente richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura distrettuale di Catania, è fissate per le 09.30 nell’aula Serafino Famà.
La Corte d’appello ha disposto, per sabato 3 ottobre, “per motivi di sicurezza e di incolumità pubblica, il divieto assoluto di parcheggiare le autovetture private e le auto di servizio in tutti gli spazi disponibili nel piazzale antistante” il Palazzo di Giustizia di Catania. Il divieto è esteso “agli stalli delineati da segnaletica riservata e lungo gli spazi perimetrali”.

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La Procura generale ha disposto, inoltre, sempre per lo stesso giorno, la chiusura degli sportelli aperti al pubblico e che non si celebrino udienze diverse da quelle previste e che si tengano attività che comportino l’accesso agli uffici giudiziari di persone che non svolgano la professione legale.

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